ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

"Adottiamo un vinile di Fausto". Gara di solidarietà per il re dei dj

Terenzi, mito della radio, è stato colpito da ictus e vive con 300 euro al mese

ORGOGLIOSO Fausto Terenzi mostra alcuni dei suoi «gioielli», frutto di una luminosa carriera

Milano, 30 novembre 2017 - "VORREI solo tornare ad essere di fronte a un microfono. Il mio sogno è poter dire, come Enzo Tortora: Dove eravamo rimasti?". Fa un certo effetto sentire pronunciare queste parole dalla voce di una persona che ha attraversato l’etere da protagonista per oltre 30 anni: Fausto Terenzi. Da Radio Milano International in poi Terenzi è stato "la radio". Con il suo celeberrimo show ha svegliato e tenuto compagnia all’Italia dalle 7 alle 10 del mattino. Oggi ha 67 anni e abita a Cologno Monzese. A causa di un ictus nel 2005, ha difficoltà a camminare. Cinque mesi fa gli hanno tolto l’assegno di accompagnamento e ora vive con meno di 300 euro al mese. Per questo ha iniziato a vendere i pezzi più pregiati della sua collezione di dischi, ben diecimila lp e migliaia di cd. Musica italiana ma anche blues, country, rock e soul. Possiede la prima copia di Grease, lp autografati da Mina, l’intera discografia dei Beatles. "I dischi sono l’unica cosa che mi è rimasta, l’oro l’ho già venduto tutto" dice. Su Facebook i suoi amici hanno lanciato la campagna "Adotta un vinile", per aiutarlo economicamente, lasciandogli però la sua collezione.

La sua passione per la musica parte da lontano.

"Decidendo di andare all’estero dopo il militare. Ho esordito nel 1971 in un night di Amsterdam come disk jockey. Poi ho fatto il deejay in Svizzera, Germania e Francia con l’amico Claudio Sette. Nel 1975 sono tornato a Milano, lavorando nelle discoteche più famose. Una sera, al Fitzgerald, Rino Borra, il fratello dell’editore di Radio Milano International, mi disse di presentarmi alle 8 del mattino in via Locatelli 1. Era il marzo del 1975. Pensavo fosse un provino, invece ero in diretta. Il mio primo programma si chiamava Bolle di Sapone. Fu una grandissima scuola. C’erano Enzo Tortora, Paolo Limiti, Mike Bongiorno. Professionalità al massimo grado: un giorno avevo sbagliato la pronuncia in inglese di un brano di Stevie Wonder. Il direttore Piero Cozzi voleva licenziarmi".

Poi è arrivato il Fausto Terenzi Show.

"Sì, era 1978. Ho sempre ammirato Renzo Arbore e il suo Alto Gradimento. L’ho scimmiottato nel mio piccolo. Più tardi ha dichiarato che il mio era il programma più bello. Un complimento che non mi merito: Renzo è grandissimo, io sono solo un onesto lavoratore. Il programma è migrato da Radio 101, ex Milano International, a Radio Music e poi, negli anni ’90, a Montecarlo fino a Radio Italia. Avevo in media 3 milioni di ascoltatori ogni giorno. Ho intervistato Lucio Battisti, Celentano, Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Vasco Rossi. La mia fortuna è stata quella di circondarmi da 13 “anormali” come me. Leone di Lernia, Paolo Dini, Giorgio Porcaro, Guido Nicheli: straordinari".

Cosa è successo dopo l’ictus?

"Sono rimasto al San Raffaele per 9 mesi. Radio Italia non mi ha rinnovato il contratto. E da lì sono stato escluso dal giro. Ho continuato a mettere musica solo nei locali. Le radio non mi volevano più".

Perché?

"Mi hanno detto che ero vecchio. Ma forse è solo una scusa. Non ho mai avuto paura di dire la verità e di pestare i piedi ai potenti".