GABRIELE MORONI
Cronaca

Terno, sollievo e timore. Si spengono i riflettori: "Mai più come prima. E ora tornerà lo spaccio"

Il fidanzato Sergio Ruocco alla prima messa, poi si ferma col parroco. In via Castegnate i messaggi della coscienza collettiva di una comunità. Fiori, bigliettini e un foglio bianco con una sola parola: "Perdonami".

Terno, sollievo e timore. Si spengono i riflettori: "Mai più come prima. E ora tornerà lo spaccio"

Il fidanzato Sergio Ruocco alla prima messa, poi si ferma col parroco. In via Castegnate i messaggi della coscienza collettiva di una comunità. Fiori, bigliettini e un foglio bianco con una sola parola: "Perdonami".

TERNO d’ISOLA (Bergamo)

"Li vede quelli? Sono spacciatori. Tempo un giorno o due e torneranno a pieno regime". La paura della normalità. La paura della normalità mescolata al sollievo (grande, questo sì) di sapere che l’assassino di Sharon Verzeni è in cella. Voci da piazza Sette Martiri a Terno d’Isola, subito sommerse dallo scampanio domenicale delle campane. Sergio Ruocco, il compagno di Sharon, è entrato nella chiesa parrocchiale per la messa delle otto del mattino e dopo la funzione si è trattenuto per un colloquio con don Angelo Giudici, il parroco. Voci da quello che di giorno è il piccolo "cuore" della comunità e di sera (è l’accusa-lagnanza di residenti e negoziati) si trasforma in una sorta di angiporto di spaccio, sbronze, risse.

"L’altro giorno c’era un pusher che preparava la coca seduto sulla panchina, con un giornalista e la telecamera a due passi. Verso mezzanotte una signora anziana, con la camera che dà sulla piazza, è uscita per lamentarsi per il rumore che facevano. Come risposta le hanno lanciato contro le bottiglie di vetro della birra. Erano ubriachi marci". "Ieri sera verso le nove erano qui in quattro o cinque. C’era una diretta televisiva e loro si prendevano a testate. Siamo al degrado"."Io ne ho visti quattro. Erano sbronzi e si tenevano su a vicenda. Poi uno si è staccato e ha fatto pipì". Volti di pensionati nei bar della piazza. Allora, siete sollevati adesso che l’assassino è in carcere? I due amici di mezza età lasciano il tavolino con un scatto da centometrista ventenne: "Siamo impegnati, dobbiamo fare il Gratta e vinci". Un anziano argomenta: "Certo che siamo contenti. È in carcere un assassino crudele, che ha ucciso senza motivo una bravissima ragazza. La domanda è questa: perché da Suisio è venuto a uccidere a Terno? Terno esercita un richiamo? E allora mi chiedo se non possa capitare ancora". Altri fiori, innaffiati di fresco in via Castegnate, dove Sharon si è imbattuta nel suo carnefice. È comparso un foglio con la parola "Perdonami" rafforzata da una triplice sottolineatura. "Terno - è il messaggio scritto da una mano femminile - non è un posto sicuro sotto molti punti di vista. Ci sono persone che non pensano nemmeno a ciò che fanno". È un paese tranquillo, ha ribadito in questi giorni il sindaco Gianluca Sala, un paese dove non ci sono abitanti violenti, un paese che soffre una situazione che non gli appartiene. In un comunicato viene sottolineato che "fin dal primo drammatico giorno, l’Amministrazione comunale, la polizia locale e il personale ausiliario in dote al Comune si sono adoperati per mettere a disposizione degli investigatori tutti gli elementi e tutte le risorse utili alle indagini. Il risultato raggiunto dà valore alle strategie adottate a livello amministrativo, agli sforzi e allo spirito di collaborazione dimostrati". "Invitiamo il sindaco – è il commento puntuto di un frequentatore abituale di piazza Sette Martiri – a venire una sera in piazza per constatare quanti cittadini ternesi ci sono dalle otto e mezza in poi. Se vuole un confronto noi siamo pronti". Rimane una sensazione che sfiora la certezza. È come se la notte tra il 29 e il 30 luglio abbia segnato uno spartiacque nella vita di Terno e non solo. Lo scrive Laura in un lungo messaggio lasciato in via Castegnate.

"Bisogna solo fare propria l’idea che niente sarà come prima, mai più. Che la vita che verrà è nuova, anche se non come l’avevamo immaginata. Forse ci saranno diverse felicità, nuove occasioni, nuovi spunti. Ma non c’è alcuna cosa al mondo che possa farci tornare chi eravamo prima che accadesse quello che non possiamo più cambiare e che ci ha cambiati per sempre. È l’unica certezza. Bisogna imparare a convivere con tutto quello che non avevamo nemmeno immaginato, nascendo di nuovo in modo innaturale, perché ce lo impone il turbinio dell’esistenza. Spezzati. Ma vivi".