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L’ormai ex sindaco, dimesso ma già sospeso dal prefetto, e ora a Opera si attende il commissario. Il clima politico nella città dell’hinterland è rovente e tutti scaldano i muscoli per le prossime elezioni amministrative che qualcuno auspica già per il prossimo autunno in concomitanza con quelle di Milano.
Un terremoto politico dopo l’arresto del sindaco Antonino Nucera, avvenuto 8 giorni fa, che i tentativi del vice sindaco Ettore Fusco di normalizzare la situazione provando a fare ripartire la macchina amministrativa, non sono riusciti a placare.
Con il ritorno dei carabinieri ad Opera per il sequestro del ponte ciclopedonale sulla Val Tidone erano sempre più coloro che chiedevano le dimissioni di tutta la giunta. Ieri sono state annunciate solo quelle del sindaco Nucera, che era già stato comunque sospeso.
"Il primo cittadino ha chiarito la vicenda delle mascherine, ma sul resto, ossia le accuse di corruzione, turbativa e traffico di rifiuti, si è avvalso della facoltà di non rispondere – afferma Francesco Cavallone, capogruppo di Insieme per Opera, lista civica appoggiata dal Pd -. I legali hanno fatto sapere che Nucera ha anticipato al giudice la decisione di dimettersi dalla carica di sindaco. Noi continuiamo a chiedere che le dimissioni siano dell’intera giunta e non solo di chi ne era a capo".
"L’annuncio delle dimissioni di Antonino Nucera non sono inaspettate per chi è cosciente che solo come privato cittadino potrà difendersi in modo compiuto - spiega Pino Pozzoli, capogruppo di All’Opera e coordinatore di FdI -. Che la legislatura, politicamente parlando, fosse conclusa il giorno del suo arresto era evidente a molti. Solo chi ha cercato di nascondere la polvere sotto il tappeto maldestramente non lo aveva capito. Con le dimissioni il sindaco evita ai suoi consiglieri la responsabilità politica e amministrativa di un’eventuale approvazione del consuntivo di bilancio 2020. Un bilancio, per intendersi, che avrebbe avallato pagamenti per centinaia di migliaia di euro dell’ente nei confronti delle aziende coinvolte nell’indagine".
Ora si attendono venti giorni perché si ufficializzi lo scioglimento del Consiglio comunale, "poi ci sarà modo e tempo per fare tutte le analisi politiche a mente fredda - aggiunge Pozzoli -. Resta confermato l’appuntamento di domenica mattina davanti al Comune con tutti i cittadini per un confronto sereno sul futuro della nostra Opera". Anche Insieme per Opera sarà in piazza, oggi, per chiedere alla Giunta di dimettersi.
Massimiliano Saggese