Terrorismo internazionale, arrestato mediatore culturale 28enne a Milano. “Commenti contro Meloni, mail al Papa e a Trump”

Il giovane è già noto alle forze dell'ordine, con precedenti per reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di stupefacenti. Le indagini sono partite da una denuncia per minacce ricevute su un profilo Instagram

Milano, 11 settembre 2024 – Un 28enne marocchino è stato arrestato nella notte dalla polizia di Milano con l'accusa di reato di istigazione a delinquere con finalità di terrorismo e di associazione con finalità di terrorismo internazionale. Il giovane – che si stava radicalizzando sempre di più, soprattutto dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre e sui social postava contenuti contro l'occidente – è già noto alle forze dell'ordine, con precedenti per reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di stupefacenti.

Il giovane marocchino arrestato dalla polizia e le perquisizioni all'interno del centro di accoglienza dove viveva
Il giovane marocchino arrestato dalla polizia e le perquisizioni all'interno del centro di accoglienza dove viveva

Le indagini sono partite grazie a una denuncia presentata nel novembre dello scorso anno per minacce ricevute su un profilo Instagram. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e condotta dai poliziotti della D.I.G.O.S. di Milano – Sezione Antiterrorismo Internazionale in sinergia con il Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

Il cambiamento

Arrivato nel 2011 in Italia, dove si era integrato, dimostrando “grande gratitudine verso il Paese di accoglienza” - è stato sottolineato nella conferenza stampa convocata in questura dopo l'attesto - negli ultimi due anni (dal 2022, ndr) aveva avuto una “drastica inversione di tendenza”, con una radicalizzazione di stampo religioso, acuita l'autunno scorso dopo l'attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre

Milano, il blitz della Digos che ha arrestato un 28enne marocchino per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo
Milano, il blitz della Digos che ha arrestato un 28enne marocchino per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo

I social

Il 28enne aveva così iniziato a postare sui social contenuti contro l'occidente. Non solo, pubblicava sempre più spesso foto in cui pregava, baciava il Corano e immagini del premier israeliano Netanyahu con una x rossa in testa, scritte che inneggiavano alla pace. A destare preoccupazione anche i contatti social che aveva con un connazionale espulso nel 2017 dall'Italia per motivi di sicurezza nazionale, a sua volta indagato per reati in materia di terrorismo. Il giovane aveva messo mi piace anche a un post pubblicato dall'uomo due giorni dopo l'ultimo attentato a Mosca rivendicato da ISIS-K in Russia a marzo. Il post riportava un versetto della Surah An-Nisa e incentivava a seguire il suo percorso.

Minacce a politici e al Papa

L’arrestato minacciava politici internazionali, dal premier egiziano a quello israeliano, e italiani. In diverse occasioni avrebbe preso di mira anche la premier Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Matteo Renzi e Giuseppe Conte. “Fra un mese io vado, spero per sempre. Siate pronti alla guerra”, scriveva in un commento Instagram il 30 novembre 2023, menzionando i profili della premier e del leader del Movimento 5 stelle.

Sempre a loro, e stavolta anche a Papa Francesco, è stato poi inviato lo scorso aprile un video in cui l'uomo manifesta i suoi pensieri sulla Pasqua cristiana: “Saprete che quando comincerà l'apocalisse come c'è scritto nel Vangelo”, affermava. “Sarete di quelli che saranno annientati, ma così tanto brutalmente che guarda...”. In altri casi, il 28enne aveva tentato invece di attirare l'attenzione di diversi capi di Stato esteri e personalità politiche, tra cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Donald Trump e Joe Biden, cercando di inviare loro un video che mostrava quattro persone in territorio palestinese vittime di un raid israeliano. Lo scorso agosto, infine, avrebbe mandato loro un post in cui “rivolgeva un perentorio comando a convertirsi all'Islam”.

I proclami

“In più occasioni si era dichiarato un mujaheddin pronto ad andare a combattere”, ha spiegato a margine della conferenza Beniamino Manganaro, vice questore aggiunto Digos di Milano. E diceva: “Mi esploderò. Io percorrerò questa strada fino alla morte. Io sono sul sentiero di Dio. Morirei per questa strada perché sono sazio”. L'indagato provava anche a convincere il padre di essere determinato a farlo: “Hai capito? Non ti preoccupare per me… io... Attesto che non c'é altro Dio all'infuori di Allah…. La musica... le canzoni... il divertimento... le donne ... sono sazio… ho raggiunto il massimo”. E alla madre aveva confidato “di pensare soltanto di andare a morire con i soldati in Palestina”.

I viaggi

Il ragazzo aveva anche acquistato un biglietto aereo ed era pronto a partire per la Giordania il 20 settembre, “non escludendo la possibilità di recarsi altrove” ha affermato Manganaro. Già a gennaio era andato in Giordania e poi in Arabia Saudita per pellegrinaggio.

Le armi

Inoltre, dall'attività investigativa è emerso un interesse dell'arrestato per video o documentazione sul maneggio di armi, “un ulteriore fattore che ci ha destato preoccupazione e ha portato l'autorità giudiziaria a valutare l'emanazione della misura cautelare” ha spiegato il vice questore.

Lavori saltuari e dimore provvisorie

Intanto questa mattina è stato arrestato in una delle sue dimore provvisorie, un centro di accoglienza di Milano per stranieri, tra cui minori non accompagnati. La struttura, in cui l'uomo aveva lavorato saltuariamente come mediatore culturale e interprete dall'arabo, è stata perquisita dalla polizia, così come altri luoghi in cui il 28enne senza fissa dimora ogni tanto alloggiava. L'uomo infatti non aveva un'occupazione stabile, ma solo lavori saltuari nel campo dell'edilizia e della ristorazione, oltre alla collaborazione come mediatore culturale con diversi centri di accoglienza in varie città, tra cui Milano, dove si era trasferito nel 2020.  Al momento dell'arresto - è emerso sempre durante la conferenza convocata in questura - l'uomo si è dimostrato “tranquillo e abbastanza collaborativo”.