
La protesta dei liceali per l’introduzione dell’organo di vigilanza su volantini e assemblee divisive. Il caso del prof di Filosofia, seconda contestazione per le interviste sul procedimento disciplinare aperto.
La terza occupazione dell’anno (dopo il classico Manzoni e il Severi Correnti) va in scena al liceo scientifico Leonardo da Vinci, con il blitz degli studenti che annunciano lo stop alle lezioni fino a sabato, quando libereranno "il primo, secondo, terzo e quarto piano dopo avere prima pulito e sistemato tutto", premettono gli organizzatori. Unica eccezione, le prove Invalsi "che si terranno regolarmente perché il fatto che si svolgano è funzionale agli studenti e non c’entrano con l’occupazione". Anche gli uffici amministrativi funzioneranno, mentre negli spazi occupati saranno organizzate una ventina di assemblee, su tre turni. "E tra i temi che tratteremo ci saranno proprio quelli che ci hanno bocciato: è un’occupazione contro la censura", rivendicano da via Respighi.
A far scattare la protesta, "le limitazioni alla libertà di espressione imposte dall’ultimo Consiglio d’Istituto", conseguenza indiretta - sempre secondo gli studenti - anche delle polemiche sul Giorno della Memoria, che si erano chiuse da una parte con i volantini del collettivo rimasti alle porte del liceo, dall’altro con l’avvio di un procedimento disciplinare a carico di un professore di Storia e Filosofia, Andrea Atzeni, accusato di avere utilizzato la posta istituzionale per condannare il volantinaggio e lo striscione del collettivo, che puntava il dito contro il "genocidio a Gaza". In uno dei Consigli d’istituto successivi alla Giornata della Memoria, era stato istituito questo "Gruppo di supporto" per supervisionare comunicazioni e iniziative ritenute più "divisive". A inizio marzo i primi malcontenti, dopo la bocciatura di tre assemblee d’istituto per "mancanza di contraddittorio": una sulla violenza di genere con "Non una di meno", una contro i Cpr e una con il "Comitato per il sì" sul Referendum primaverile. "Il Gruppo di supporto ha il potere di vietare la diffusione di volantini e l’affissione di striscioni, nonché di bocciare assemblee d’istituto su temi di grande rilevanza sociale: è un attacco alla nostra libertà di esprimerci e informarci su tematiche di attualità", protestano i liceali che partecipano all’occupazione. Tra le rivendicazioni, anche l’edilizia scolastica e problematiche didattiche: "Lo scorso anno, il 20,4% degli studenti di prima superiore è stato bocciato e solo il 51,4% è stato ammesso alla seconda a giugno. È un segnale che qualcosa non funziona", attaccano ancora. "Prima di occupare abbiamo votato: hanno partecipato 650 su 900: il 74% si è detto favorevole", spiegano i ragazzi, che chiedono l’abolizione del "Gruppo di supporto" e "un regolamento concordato con la dirigenza per garantire la libertà di espressione".
Nel frattempo - a risollevare il tema di libertà di stampa e dissenso - è anche il "caso" del professor Atzeni, che non si è ancora chiuso: mentre si sta aspettando di capire se il procedimento disciplinare a suo carico avviato dopo il Giorno della Memoria sarà archiviato o meno, è arrivata una seconda contestazione, questa volta tramite l’Ufficio scolastico territoriale, che lo invita a presentarsi proprio stamattina per "l’audizione a sua difesa". Il professore di Storia e Filosofia viene accusato questa volta di "violazione dei doveri di correttezza e responsabilità per avere leso l’immagine dell’amministrazione" per le interviste rilasciate alla stampa e alla rivista Mosaico della Comunità Ebraica. "Accuse infondate", ribadisce il prof, inviando le sue controdeduzioni per iscritto.