ANNA GIORGI
Cronaca

Tesori del lusso a palazzo Serbelloni. Gli "oggetti nomadi" di Vuitton. A Varedo Alcova e le orchidee

Per un’immersione nel lusso, la maison francese ha invitato i più grandi designer del mondo. Fuori Milano, il duo di creativi Grima e Ciuffi riportano sotto le luci una chicca: la serra Pasino.

Per un’immersione nel lusso, la maison francese ha invitato i più grandi designer del mondo. Fuori Milano, il duo di creativi Grima e Ciuffi riportano sotto le luci una chicca: la serra Pasino.

Per un’immersione nel lusso, la maison francese ha invitato i più grandi designer del mondo. Fuori Milano, il duo di creativi Grima e Ciuffi riportano sotto le luci una chicca: la serra Pasino.

Interni d’autore, palazzi storici per respirare il lusso. Con un dettaglio che ritorna, l’arte della tavola. Se il food ha preso piede al punto che si parla già di “foodification“, l’arte della tavola è sempre di più una squisita abitudine. Perché il vero lusso, come dicono gli esperti, è nei piccoli gesti quotidiani.

La massima espressione di questo pensiero è a Palazzo Serbelloni, dove gli oggetti nomadi di Louis Vuitton onorano la storia del marchio e arredano le stanza di uno spazio che già di per sé vale la visita. Solo arredi e decori per la casa creati in collaborazione con designer internazionali. Dal 2012, Louis Vuitton ha invitato i più illuminati creativi di tutto il mondo a immaginare oggetti di design sperimentali e funzionali. Dalle amache agli sgabelli, dalle poltrone ai paraventi, alle camere da letto, ogni progetto in edizione limitata. E poi la tavola in stile massimalista: posate, fiori, centrotavola che esplodono di ricchezza e tovaglioli ricamati a mano. è un invito a pranzo o a cena in un contesto che richiama i quadri impressionisti. Un lusso antico.

E chi l’antico lo fa rivivere è Alcova. Il palcoscenico, come lo scorso anno è rappresentato da due magnifiche ville di stile modernista e barocco, cioè villa Borsani e villa Bagatti-Valsecchi, a Varedo. Villa Bagatti Valsecchi, normalmente chiusa al pubblico, è una delle testimonianze più significative di architettura ottocentesca lombarda e ospita progetti e installazioni anche nel grande parco. Quest’anno poi Alcova ha due nuove location: l’ex fabbrica Snia e le Serre di Pasino, ex serre di magnifiche orchidee bianche, due nuovi luoghi, stratificati, dove la natura ha iniziato a riprendersi lo spazio. Alcova storicamente "abita" i luoghi per due anni, anche per il 2025 non si sposta dopo la scommessa vinta, ma raddoppia, oltre alle due ville Borsani e Bagatti Valsecchi ci sarà anche il complesso dell’Ex Snia una delle industrie abbandonate più grandi della Lombardia, una vera e propria azienda fantasma con un superficie di 500 mila metri quadrati. Lì, nel periodo Fascista, veniva realizzato il cotone nazionale sintetico, il nylon. A trent’anni dalla chiusura il "villaggio Snia" è rianimato dal design. A questa si aggiunge una "chicca": la ex serra Pasino dal nome dal barone che, ereditando le proprietà e i terreni del Valsecchi, decise di creare un’enorme greenhouse accanto alla Villa Bagatti Valsecchi per coltivare le orchidee bianche, di cui divenne uno dei principali produttori europei. Il barone coltivava solo orchidee dal colore bianco. Negli anni successivi con la sua morte la magnifica struttura fu completamenete abbandonata.