REDAZIONE MILANO

Lo straziante testo della lettera del padre di Luca Marengoni ai funerali del figlio

Il commovente discorso in chiesa del papà del 14enne travolto e ucciso da un tram mentre andava a scuola in bicicletta

L'ha letta in chiesa stringendo a sè la moglie ed Enrico, il fratello di Luca Marengoni, il 14enne travolto e ucciso da un tram mentre andava a scuola in bicicletta. Parole che colpiscono come un pugno alla bocca dello stomaco e lasciano senza fiato chiunque, in particoalre modo chi ha figli. Parole pronunciate con grande dignità e coraggio davanti a centinaia di persone (molti amici di Luca) che hanno partecipato ieri alla cerimonia nella chiesa della nella parrocchia dei Santi Nereo e Achilleo in viale Argonne.

La famiglia di Luca Merengoni
La famiglia di Luca Merengoni

Il "raggio di Luca"

"Luca, noi sappiamo che in tutti noi hai lasciato una luce e che avremo la forza di riemergere dal buco nero in cui siamo ora guidati dalla tua luminosità. Con questo raggio di luce, anzi raggio di Luca, riusciremo ad abbattere tutte le barriere e realizzare per te tutti i sogni che avevi". Sono le parole con cui il papà di Luca Marengoni ha chiuso la lettera letta in chiesa al termine della crimonia e risuonate anche all'esterno della chiesa diffuse dagli altoparlanti.

Il testo della lettera

"Tutti ti ricorderanno ora che non ci sei più, ti abbiamo avuto con noi solo per 14 anni. In questi anni hai seminato così tanto che noi ci siamo trovati abbracciati da tutta la città di Milano, che tu amavi e vivevi. Tutti sono qui per te. Noi non ti vedremo più non ti vedremo crescere, non sarai fisicamente con noi seduto a tavola".

La guerra coi cuscini

"Mamma non ti sveglierà più la mattina, non ti sentirà lamentarti, non ti vedremo circolare con le cuffie in casa, fare la guerra coi cuscini con tuo fratello Enrico, abbracciarsi e litigare con lui e soprattutto non ci stupiremo più di te, perché tu eri in grado di stupirci per la tua capacità di accogliere i ragazzi più fragili, questo l'hai dimostrato sin dai primi anni di scuola".

Lo studio

"Ti ammiravamo, ammiravamo la tua autonomia nello studio, eri molto brillante e volevi raggiungere i tuoi obiettivi. L'ultimo era imparare parole nuove perché la professoressa di italiano te l'aveva fatto notare in un compito in classe. Ammiravamo la tua capacità di comprendere le persone, nel cercare insegnamenti da coloro che pensavi potessero darti qualcosa, indipendentemente da età, etnia, religione. Il tuo rispetto non era dovuto all'autorità dell'insegnante ma alla sua capacità di migliorarti".

La bicicletta straziata

"Ammiravamo la tua fantasia, la tua capacità di vedere le cose da un altro punto di vista, la tua profondità, qualsiasi tua scelta era frutto di un approfondimento, dalla maglietta alla canzone, dalla scelta della scuola a quella della bicicletta. Proprio quella bicicletta ora straziata".

La sensibilità e l'ambiente

"Amavamo la tua sensibilità per i temi ambientali, quando decidevi di partecipare alle manifestazioni per l'ambiente, di dedicarti alla cura degli alberi, di combattere lo spreco di energia e acqua. Ammiravamo la tua capacità di coltivare le amicizie, in ogni luogo che frequentavi, qui e a Policoro".

I "tuoi sogni"

"Tutti ricorderanno te. Ora tu non ci sei più, ti abbiamo avuto con noi solo per 14 anni. In questi anni hai seminato così tanto che noi ci siamo trovati abbracciati da tutta la città di Milano, che tu amavi e vivevi. Tutti sono qui per te e sono così tanti. Noi sappiamo che in tutti noi hai lasciato una luce e che noi avremo la forza di riemergere dal buco nero in cui siamo ora guidati dalla tua luminosità. Con questo raggio di luce, anzi raggio di Luca, riusciremo ad abbattere tutte le barriere e realizzare per te tutti i sogni che avevi. Ciao Luca. Mamma, papà, Enrico", conclude la lettera.