
L'ingresso alla discoteca The Club in zona Garibaldi a Milano
Milano, 23 marzo 2025 – Entrambi a casa. Dopo poche ore passate a San Vittore. La Procura ha disposto la liberazione dei due diciottenni arrestati venerdì per il tentato omicidio di un buttafuori del locale The Club. Come reso noto dai loro legali Stefania Calogero e Giovanni Regalia, la pm di turno Maria Cristina Ria ha deciso di scarcerare T.C. e K.I. perché le testimonianze che li additano come autori del raid avrebbero tratteggiato un quadro non univoco sulla dinamica. A questo punto, serve un passo indietro.
Sangue in corso Garibaldi
Ore 5, corso Garibaldi. La discoteca chiude, i portici si riempiono di centinaia di ragazzi. Qualche spintone nella ressa, le solite parole di troppo e il corpo a corpo incendiato dall’alcol. È in quel caos che l’addetto alla sicurezza trentaduenne K.E. prova a sedare una rissa sul nascere: nel parapiglia ci sono due fratelli di 18 e 21 anni e un loro amico diciottenne. Secondo la ricostruzione di tre colleghi del vigilante, dimesso ieri dal Policlinico con una prognosi di 7 giorni, la prima colluttazione è col più grande dei tre. L’uomo cade a terra: è in quel momento, mettono a verbale i buttafuori, che T.C. si butta sul trentaduenne e gli sferra tre fendenti con una lama a farfalla di 23 centimetri (poi sequestrata) che vanno a segno alla nuca, dietro un orecchio e a un fianco. Negli stessi secondi, K.I. gli spacca in testa una bottiglia di vetro. In un amen, gli altri addetti alla security fermano i presunti aggressori, in attesa dell’arrivo dei carabinieri della stazione Moscova. Non ci sono le condizioni per operare in sicurezza, in troppi si avvicinano per capire cosa sia successo o semplicemente per creare confusione.

Il coltello a farfalla e la bottigliata in testa
I militari caricano i ragazzi in macchina e li portano in caserma; per T.C., che presenta escoriazioni al volto e lamenta dolori alla gamba, si rende necessario un rapido passaggio al pronto soccorso del Fatebenefratelli. All’alba, le dichiarazioni dei buttafuori attribuiscono le responsabilità: T.C. ha accoltellato il trentaduenne, mentre il coetaneo K.I. lo ha colpito alla testa mentre “si trovava a terra inerme”. Alle 7.15, viene data notizia del raid armato alla pm Ria, che dispone la custodia cautelare a San Vittore; alle 9.40, i diciottenni vengono formalmente dichiarati in arresto.
I precedenti: resistenza, lesioni, rapina
Dagli archivi emergono diversi precedenti di polizia: in un caso per resistenza, lesioni e porto di oggetti atti a offendere e nell’altro per minacce, lesioni, rapina aggravata, sostituzione di persona e ricettazione. A quel punto, il copione prevede il trasferimento in cella e la trasmissione degli atti alla Procura in vista dell’interrogatorio davanti al gip, per predisporre la richiesta di convalida del provvedimento e l’eventuale istanza di misura cautelare.
Perché sono stati scarcerati
E invece arriva il decreto di liberazione, così motivato: “Dalla lettura del contenuto degli scarni verbali di sommarie informazioni rese dai testimoni citati, non emerge affatto un quadro univoco in ordine alla dinamica dell’aggressione, al contesto nel quale la stessa è maturata, alle posizioni reciproche di aggressore e aggredito, avendo i diversi testimoni reso versioni differenti e tra di loro non conciliabili”. Si tratta, per la Procura, di “incongruenze che dovranno essere approfondite nel prosieguo delle indagini”. Indagini che ripartiranno dal riascolto dei testimoni e dall’acquisizione di immagini potenzialmente utili (se esistono). Dal canto suo, l’avvocata Calogero fa sapere che avvierà approfondimenti difensivi per ricostruire quanto successo l’altra notte.