
Un momento degli scontri fra tifosi dell'Inter e del Napoli
Milano, 27 gennaio 2019 - Il film degli scontri che hanno preceduto la partita Inter-Napoli del 26 dicembre, racconta una serie impressionante di aggressioni e violenze, qui, in questo contesto di inutile ferocia, troverà la morte Daniele Belardinelli, l’ultrà di 39 anni, conosciuto da tutti come Dede.
Lo scontro, come hanno raccontato gli ultras arrestati, era stato preparato a lungo nel bar davanti a San Siro dove sono soliti incontrarsi i tifosi e anche la sera di Natale a casa di Marco Piovella, il designer capo della curva. L’organizzazione era militare. Le prime immagini, in uso agli investigatori della Procura, che sono state recuperate dalle telecamere di sorveglianza della strada, mostrano l’organizzazione capillare, gli ultras si incontrano e si nascondono dietro un muro di via Novara. I tifosi si contano, ma in quel momento sono ancora tutti disarmati. Sono le 19.30 quando si vedono alcuni di loro che cominciano a impugnare una spranga. La seconda immagine mostra il gruppo di tifosi, armato, che attende il carosello dei napoletani. Quando i nerazzurri arrivano a bordo di due furgoni e cinque auto, gli ultras avversari lanciano un fumogeno e iniziano l’aggressione con le mazze. È guerriglia armata, è caccia al nemico.
È in quel momento che una delle auto del gruppo di tifosi napoletani schiaccia Belardinelli. Dede prima viene urtato da un’auto, una utilitaria, cade a terra, non riesce a rialzarsi subito, non riesce a muoversi e vede l’altra auto che arriva e lo investe. Gli schiaccia il bacino e le ossa rotte gli bucano gli organi interni. L’autopsia parla di «sfondamento del bacino», poi gli organi interni distrutti, gli arti spezzati, le gambe torte. A quel punto Dede urla, chiama l’amico: «Rouge, aiutami, sono tutto rotto». In reatà Dede resterà a terra sette lunghi minuti, prima che qualcuno arrivi e lo trascini via, in un giardinetto all’angolo con via Fratelli Zoia. Sono in quattro a sollevarlo, lo caricano su una Golf grigia e lo scaricheranno davanti all’ospedale San Carlo, dove Dede morirà dopo nove lunghe ore di agonia. All’arrivo in pronto soccorso Belardinelli è sotto choc, ma incredibilmente cosciente. Fornirà lui le generalità agli infermieri e lui racconterà di essere stato investito da un’auto parlando solo di un «incidente stradale». Non c’è nessun filmato che riprenda il momento dello schiacciamento e comunque il buio, la nebbia e i bengala offuscano la nitidezza dei filmati.