NICOLA PALMA
Cronaca

Torna in cella "Pakistan", il boss in carrozzina

’Ndrangheta, preso a Lisbona il super latitante Francesco Pelle: era fuggito da Niguarda l’11 luglio 2019. Deve scontare l’ergastolo

di Nicola Palma

Di notte era sparito. E di notte è stato preso. Francesco Pelle, in cima alla lista dei latitanti più ricercati al mondo, era svanito nel nulla l’11 luglio 2019: i poliziotti si erano presentati in via Palanzone per notificargli l’ordine di carcerazione per l’ergastolo reso definitivo dalla Cassazione, ma di "Ciccio Pakistan" non c’era traccia; nell’appartamento a due passi dal Niguarda, dove si curava le lesioni permanenti alla schiena che lo hanno costretto su una sedia a rotelle, era rimasta solo la moglie Annunziativa Morabito, già pronta per tornare nella natìa Africo.

A meno di due anni da quella fuga rocambolesca, il boss della ’ndrangheta in carrozzina è stato catturato a Lisbona dagli agenti dell’Unità nazionale contro il terrorismo della polizia portoghese, sulla base delle preziose informazioni raccolte dai carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria, del Gruppo di Locri e della Compagnia di Bianco: attualmente si trova piantonato in una stanza dell’Hospital de Sao Josè della capitale lusitana, dov’è ricoverato per curare le conseguenze dell’infezione da Covid-19. Sulle indagini che hanno portato alla sua cattura c’è ancora il massimo riserbo da parte degli investigatori, coordinati dal procuratore capo Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto della Dda reggina Giuseppe Lombardo: ora l’obiettivo è ricostruire in che modo Pelle, 43 anni, sia riuscito a svanire nel nulla e soprattutto individuare chi ne ha favorito la fuga e la successiva latitanza lontano dall’Italia. Di certo si sa che "Ciccio Pakistan" è atteso dal carcere a vita, secondo quanto stabilito dalle sentenze di merito della Corte di Assise di Locri prima e della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria poi (con il timbro della Cassazione il 10 luglio di due anni fa).

Secondo i processi, l’agguato di cui rimase vittima il 31 luglio 2006, che gli è costato la paralisi a vita, provocò "la reviviscenza della rivalità esistente nel territorio di San Luca" tra le cosche Pelle-Vottari e Nirta-Strangio. Il sanguinoso botta e risposta si sviluppò così: da una parte, la strage di Natale del 2006 (ordinata da Pelle per vendicarsi), nella quale venne uccisa Maria Strangio (moglie di Giuseppe Nirta, il vero obiettivo dei sicari) e rimasero feriti Francesco Nirta e Domenico Strangio, e il tentato omicidio di Francesco Colorisi; dall’altra, l’omicidio di Antonio Pizzata (parente di Antonio Vottari) e la tristemente celebre strage di Duisburg del 15 agosto 2007 (furono uccisi sei uomini ritenuti "vicini al clan Pelle-Vottari"), che fece scoprire alla Germania e al mondo la ferocia della ’ndrangheta. "Ciccio Pakistan" sparì dalla circolazione subito dopo essere stato ferito, e fu ritrovato e arrestato dai carabinieri del Ros nel 2008 nel reparto di Neuroriabilitazione della Maugeri di Pavia, dove per tutti era "Pasqualino", sfortunato protagonista di un incidente d’auto. Dopo 9 anni di reclusione tra carcere e domiciliari sanitari a Milano (per curarsi in day hospital al Niguarda), nel 2017 Pelle fu scarcerato per decorrenza dei termini e sottoposto all’obbligo di dimora con divieto di uscire dopo le 20 dalla sua abitazione di via Palanzone, in attesa che si arrivasse nuovamente a sentenza definitiva dopo un annullamento con rinvio della Cassazione. La notte tra il 10 e l’11 luglio 2019, la fuga, proprio a seguito dell’ultimo verdetto tombale. Ieri il nuovo arresto.