
Tornano i migranti, Masate e Basiano mettono a disposizione tre appartamenti per l’accoglienza e affidano l’inserimento ai padri Somaschi di Gorgonzola. Sui 13 ospiti del passato 7 lavorano stabilmente in ditte della zona, uno presta servizio civile in un’azienda agricola e 5 stanno ancora facendo percorsi di qualificazione. "Risultati così incoraggianti che abbiamo deciso di proseguire", dice Pamela Tumiati, sindaco di Masate. Altri sette nuovi stranieri hanno cominciato il percorso, "ma il numero nei due piccoli centri della Martesana potrà arrivare fino a 10 - spiega Giulia Guerra, responsabile del progetto per la Fondazione -. Altri 38 sono distribuiti fra Gorgonzola, Liscate, Truccazzano, Inzago, Cassano e Melzo. In totale sono 48". Per tutti è l’inizio di una nuova vita dopo "tanto dolore e difficoltà enormi", "il nostro è un intervento che punta all’integrazione lavorativa e sociale". Una formula che funziona e che ha spinto le amministrazioni "a giocare d’anticipo - chiarisce il primo cittadino -. Da noi arrivano uomini soli, maggiorenni, senza famiglia, un “identikit” adatto alle nostre forze limitate. Se ci fossero minori andrebbero trasferiti in strutture ad hoc".
La filosofia di fondo dell’intervento "è l’accoglienza diffusa - spiega Guerra -. Niente mega-centri che finiscono per cancellare identità che si stanno ricostruendo, ma piccole abitazioni inserite in condomini normalissimi. Non abbiamo mai ricevuto una lamentela anche grazie all’assistenza continua che prestiamo". I giovani, la maggior parte in arrivo dall’Africa, "cominciano con un tirocinio che offriamo insieme ad Afol (l’Agenzia per il lavoro di Città Metropolitana), ma non è facile. Gli scogli da superare alla fine del programma che dura un anno - ma da quando è scoppiata la pandemia abbiamo allungato a due - restano l’abitazione e le scartoffie. Le pratiche con la Questura sono complicate, i tempi d’attesa lunghissimi, mentre sulla possibilità di affittare sul mercato libero grava il contratto a tempo determinato davanti al quale i proprietari si tirano indietro. Interveniamo noi con la garanzia, ma il Covid ha complicato la situazione. E poi c’è la battaglia quotidiana contro il pregiudizio". A Basiano, si ricomincia dalla natura. Il nido destinato al progetto è all’interno di Cascina Castellazzo, la fattoria didattica di Coldiretti.
Bar.Cal.