Milano – Nel quartiere svuotato dalle vacanze di metà agosto si "prepara il terreno" alla Torre dei Moro, in vista dell’imminente inizio dei lavori per la ricostruzione del palazzo distrutto dal maxi-incendio il 29 agosto di due anni fa.
Sono in corso infatti le demolizioni all’interno del grattacielo in via Antonini, Milano Sud, con lo smantellamento di impianti, controsoffitti, quel che resta dei pannelli della facciata e altre strutture danneggiate dal rogo. A settembre, a meno di intoppi, potrebbe essere indetta la gara per la scelta di un general contractor per realizzare il progetto di ricostruzione firmato dall’architetto Marco Piva. Il fischio d’inizio dei lavori potrebbe essere a novembre, con l’obiettivo di ridare una casa agli abitanti entro il 2026.
Ma la fase delle demolizioni, indispensabili per dare avvio ai lavori, è segnata anche da una beffa perché, per il momento, a pagare dovranno essere gli abitanti. "L’assicurazione copre la ricostruzione – spiega Mirko Berti, portavoce del comitato – ma il massimale previsto per le demolizioni è di soli 150mila euro, mentre il costo dei lavori è molto più alto".
La differenza, quindi, deve essere versata dai residenti, che stanno già bonificando i primi acconti, con costi da sostenere che dipendono dalle dimensioni dell’appartamento e dalla quantità di materiale da rimuovere e smaltire. Un nuovo ostacolo da superare mentre, due anni dopo il rogo, Mirko Berti fa una considerazione amara. "A partire da questa tragedia sfiorata abbiamo chiesto una revisione normativa sulla sicurezza degli edifici – spiega – ma non è cambiato nulla, rischia di essere un’occasione sprecata".
Un cambio di passo necessario anche alla luce degli ultimi dati dei Vigili del fuoco, che l’anno scorso hanno registrato una crescita del 17,9% di interventi in Lombardia per incendi ed esplosioni rispetto al 2021.
Nella Città metropolitana di Milano gli interventi sono stati 9.084, al terzo posto in Italia dopo Roma e Napoli. Una discussione è in corso (in commissione Rigenerazione Urbana a Palazzo Marino e in Parlamento attraverso la proposta di legge presentata dalla deputata Erica Mazzetti) per l’aggiornamento della normativa, anche se l’Italia resta tra i fanalini di coda in Europa per la sicurezza, in particolare sui materiali per le facciate.
Un passo avanti accolto con favore da Confabitare, Movimento Consumatori e Rockwool, che hanno lanciato una campagna. "Quei materiali non conformi sono stati usati anche per altri edifici e spazi pubblici – spiega il segretario generale della Uil Milano e Lombardia, Enrico Vizza – e ci chiediamo quante persone, e lavoratori, siano ancora a rischio. Bisogna costruire alleanze per evitare altre Torri dei Moro".