Milano – Da una manciata di giorni è spuntata un’autogru ai piedi della Torre dei Moro di via Antonini 32 al quartiere Vigentino, il grattacielo di 18 piani che nell’estate di 3 anni fa, era il 29 agosto del 2021, fu devastato da un incendio.
Distrutti 26 appartamenti, evacuati tutti gli abitanti, un’ottantina di famiglie (per fortuna non ci furono vittime) che nel frattempo hanno dovuto trasferirsi altrove ma che non hanno mai perso la speranza di tornare un giorno a casa. Adesso, la gru è il segno della rinascita sempre più vicina. “Sono in corso le opere di bonifica – fa sapere Mirko Berti, referente del Comitato Antonini 32 – e sono partite le opere-preludio ai lavori veri e propri che cominceranno a fine settembre e che celebreremo con un evento inaugurale”.
Come sarà, la riqualificazione? Lo scorso anno è stato selezionato il progetto presentato dallo Studio Marco Piva: a sceglierlo è stata l’assemblea degli ex residenti della torre. Rispetto al passato sono state eliminate le caratteristiche “vele’ che prima rappresentavano le coperture della facciata (e che andarono a fuoco). Al loro posto, ampie balconate. Così si volta pagina anche dal punto di vista estetico. Le “vele’ erano state fagocitate dalle fiamme come fossero state di burro.
Ora si pensa al futuro: l’obiettivo è tornare a vivere negli appartamenti per il 2026, a lavori ultimati. Progetto a firma di Marco Piva, architetto di fama internazionale che ha ideato opere in diverse parti del mondo, dai centri residenziali di Pechino, Osaka e Abu Dhabi a molti edifici pubblici in Estremo Oriente. A Milano, è suo il progetto residenziale “Syre“ che sta sorgendo nella zona di San Siro. Quando i residenti avevano annunciato la loro scelta, a gennaio 2023, avevano scritto in una nota: “Continueremo il nostro impegno affinché la casa torni a essere un luogo sicuro, sollecitando le istituzioni perché si ridefinisca il modello delle autorizzazioni e dei controlli sui materiali da costruzione dei progetti di nuova realizzazione”.
Intanto il processo è in corso. Sono stati prosciolti due vigili del fuoco che si occuparono della verifica di conformità dell’immobile alle norme di sicurezza antincendio, l’allora responsabile dell’ufficio acquisti della Zambonini spa e un geometra dipendente della Moro Costruzioni. Mentre invece sono stati rinviati a giudizio (la prima udienza sarà il 30 settembre) altri 13 imputati: tra loro i responsabili delle società che hanno costruito l’edificio e dell’azienda spagnola Alucoil che ha prodotto i pannelli Larson usati nelle facciate “a vela“e che, stando alle indagini della pm Marina Petruzzella, erano “altamente infiammabili”, scelti per risparmiare sui costi.