ANNA GIORGI
Cronaca

Torre dei Moro, il comitato inquilini: "La beffa di pagare le demolizioni"

Si è aperta la seconda udienza del processo sulle cause del rogo nel palazzo di via Antonini . In aula il rappresentante dei residenti ha raccontato i problemi con la proprietà già dal 2015.

La Torre dei Moro è stata quasi interamente devastata dalle fiamme a partire da un balcone nell’estate del 2021, sono partiti i lavori di ristrutturazione

La Torre dei Moro è stata quasi interamente devastata dalle fiamme a partire da un balcone nell’estate del 2021, sono partiti i lavori di ristrutturazione

A tre anni dall’incendio che devastò la Torre dei Moro, e solo per caso non provocò vittime, si è svolta ieri la seconda udienza di un processo complesso e che si annuncia lungo. Tra gli altri, hanno preso parola Mirko Berti, in rappresentanza del comitato inquilini e anche il perito della procura. "Al momento dell’incendio, ero appena uscito e mi chiamò un vicino di casa dicendo di tornare. Dopo pochi minuti, l’edificio era già avvolto dalle fiamme. Il mio appartamento era distrutto ed è andato perduto tutto quello che avevo".

Davanti alla giudice Amelia Managò della sesta sezione penale, Berti ha raccontato che abitava al sedicesimo piano del palazzo, in un appartamento acquistato nel 2010 per circa 600mila euro. "I costruttori non si sono mai resi disponibili, né prima dell’incendio quando, già nel 2015, cominciarono i primi problemi con il materiale di cui erano fatti i pannelli e nemmeno dopo l’incendio, quando si sono trincerati dietro il silenzio. Siamo vittime - continua Berti - quello che è successo alle nostre case ha sconvolto la nostra vita, che ci ha portato via non solo cose materiali. Abbiamo avuto danni enormi, anche lavorativi. È stato difficile ripartire. Ancora oggi vado a casa e cerco cose che non ho più". Il teste ha parlato dei pannelli Larson, prodotti dall’azienda spagnola Alucoil e usati nelle facciate "a vela" che, stando alle indagini della pm Marina Petruzzella, erano "altamente infiammabili".

"Ci avevano detto che erano autopulenti – ha spiegato Berti – e invece, dopo qualche tempo, erano diventati grigi. E nulla si poteva fare quando, in teoria avrebbero dovuto restare puliti per almeno 10 anni". É stato sentito anche l’architetto Roberto Maccabruni, consulente della Procura. Il tecnico ha affermato che "inizialmente la torre prevedeva materiali in fibrocemento". Una volta cambiato il materiale, "il progetto antincendio prevedeva solo una nuda e cruda sezione in cui la facciata non si vedeva proprio". L’ultima beffa è che gli inquilini dovranno pagare di tasca loro una parte della demolizione perché l’assicurazione rimborserà solo 150mila euro per tutti. Ogni inquilino avrà, quindi, a carico la differenza della spesa. In teoria gli appartamenti nuovi dovrebbero essere consegnati alla fine del 2026.

mail: anna.giorgi@ilgiorno.it