AN. GI.
Cronaca

“La Torre di via Stresa ci toglie due ore di luce”. Via alla prima udienza, la deposizione di un comitato di residenti

Con la costituzione di parte civile di una signora che vive di fianco al grattacielo residenziale di 24 piani chiamata Torre Milano ha preso il via l’udienza preliminare per otto imputati che rispondono di presunti abusi edilizi

La torre di 85 metri finita nel mirino della Procura dopo al denuncia dei residenti

La torre di 85 metri finita nel mirino della Procura dopo al denuncia dei residenti

Milano – Con la costituzione di parte civile di una signora che vive di fianco al grattacielo residenziale di 24 piani in via Stresa chiamata Torre Milano, ha preso il via l’udienza preliminare per otto imputati, tra imprenditori, progettisti e tecnici, ma anche funzionari e dirigenti dello Sportello unico dell’Edilizia e della Direzione urbanistica del Comune, che rispondono di presunti abusi edilizi. Nell’udienza è stata solo ammessa la vicina come parte del procedimento, la quale potrà chiedere i danni. Assente, come si poteva prevedere, il Comune. La gup Teresa De Pascale ha poi rinviato al 23 gennaio per la discussione.

Secondo le indagini dei pm Paolo Filippini, Marina Petruzzella e Mauro Clerici, l’intervento edilizio per costruire la Torre sarebbe stato “qualificato come ristrutturazione edilizia, con totale demolizione e ricostruzione e recupero integrale della superficie lorda di pavimento preesistente”, ma “l’opera andava integralmente qualificata di nuova costruzione”, ossia come un “organismo edilizio radicalmente nuovo”, con regole sulle volumetrie diverse. Per la Procura guidata Marcello Viola (nella foto), l’allora “direttore pro tempore dello Sportello unico per l’Edilizia” Giovanni Oggioni, indagato in altre inchieste, e l’allora “direttore pro tempore della Direzione Urbanistica” Franco Zinna, con una “determina dirigenziale” del 2018, che non tenne conto che si trattava di un edificio di “nuova costruzione”, avrebbero procurato un “ingiusto vantaggio economico” agli imprenditori-costruttori.

Un comitato di cittadini si era costituito e aveva sporto denuncia. “Non era proponibile una torre di 85 metri di altezza (...) che incombeva su palazzi di sette o otto piani al massimo”. Una torre per cui “abbiamo perso due ore di sole invernale al giorno, dalle 14.00 alle 16.00, oltre alla vista”. È uno dei passaggi della deposizione resa in Procura, nel dicembre dell’anno scorso, da alcuni abitanti di via Stresa che hanno costituito il comitato “Torre Impossibile”.