
Khalida Popal accanto alla sua targa. Sotto, lo svelamento (Foto Salmoirago)
Ho scoperto l’amore per il calcio sulle strade di Kabul. Con un pallone ho voluto cambiare la narrativa per tutte le donne: non siamo nate per stare in cucina. Lo sport diventa voce, strumento per farsi ascoltare. Non è stato facile, alcune hanno continuato a subire violenza domestica o sono state costrette a sposarsi. Per me oggi “casa“ non è un luogo fisico ma la vedo nelle persone. Andrò avanti nel mio attivismo.
Khalida Popal, trentottenne, fondatrice della nazionale di calcio femminile dell’Afghanistan, colei che nel 2021 ha reso possibile la fuga di 300 donne salvandole dal ritorno del regime talebano, è tra i “nuovi Giusti“ celebrati ieri al Giardino dei Giusti di tutto il mondo al Monte Stella grazie all’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano di cui fanno parte la Fondazione Gariwo insieme al Comune di Milano e all’Unione delle Comunità ebraiche italiane. Quest’anno, i nomi sulle targhe sono tutti di atleti che hanno fatto il bene. I “Giusti dello sport“ in occasione delle Olimpiadi invernali del 2026.
"Vogliamo alimentare speranza nel futuro dell’umanità – dice il presidente di Fondazione Gariwo, Gabriele Nissim –. Ogni persona può sempre fare una piccola cosa per migliorare il mondo". Khalida Popal ieri era presente alla cerimonia. Costretta a fuggire nel 2011 dal suo Paese, continua a battersi per i diritti delle donne: in Danimarca, dove oggi vive, ha fondato l’organizzazione Girl power che promuove l’emancipazione femminile attraverso il calcio. Le nuove targhe sono sei. Una è per Bronislaw Czech, tra i più grandi sciatori polacchi, che si unì alla Resistenza aiutando molte persone a scappare, e si oppose ai nazisti pagando con la morte, ad Auschwitz – a 7 mesi dalla Liberazione –, il suo coraggio, rifiutandosi di allenare i giovani tedeschi. Altro nome è quello di Antonio Maglio, neurologo pugliese scomparso nel 1988, pioniere nella riabilitazione dei paraplegici nell’Italia anni ’50, che ideò nel 1960 le prime Paralimpiadi a Roma. "Aveva abolito le parola “io“, esisteva solo il “noi“, e “pietismo“. Nessuno doveva permettersi di trattare un altro essere umano come “non normale“", evidenzia la moglie Maria Stella Calà.
“Giusto“ anche Harry Seidel, deceduto 5 anni fa. È il ciclista tedesco che contribuì alla fuga di oltre 100 persone dalla Germania dell’Est con la costruzione di tunnel sotto il muro di Berlino. Nel Giardino, poi, i coniugi Dana ed Emil Zátopek – scomparsi nel 2020 e nel 2000 –, campioni di atletica. Lei fu una formidabile giavellottista mentre lui era soprannominato “la locomotiva umana“ per il suo stile di corsa. Sostennero la Primavera di Praga firmando il “Manifesto delle 2mila parole“ per una maggiore libertà politica e sociale. Risultato: lavori forzati e morte civile. Approvate anche due candidature arrivate dalla società civile: Andrea Loriga, medico di Binasco che a settembre del 1944 mise in salvo la famiglia ebrea dei Weller, e Josip Tvrtko Reihl Kir, capo della polizia di Osijek che durante il conflitto nei Balcani ha protetto tutti i cittadini, indipendentemente da nazionalità e religione.
Marianna Vazzana