di Annamaria Lazzari
Da quando è scoppiata l’epidemia sono i virologi i nuovi divi del teleschermo. Eppure l’attivismo mediatico non si accompagna ad un’analoga prolificità nell’attività di ricerca. Lo certifica l’H-Index di Scopus che valuta il prestigio degli scienziati, basandosi sul numero di pubblicazioni e citazioni ricevute dai loro lavori. La classifica basata su questo indice di produttività desta sorprese: incorona ai primi posti volti poco noti ai talk show come Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Humanitas (con H-Index a 172) e Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri (166). Il coordinatore del Cts Franco Locatelli è a 103. Mentre i virologi prediletti dal piccolo schermo sono nella parte più bassa della classifica. Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia dell’università di Padova, ha un punteggio di 60, Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, è a 57, Massimo Galli, direttore Malattie infettive del Sacco, totalizza 56. La microbiologa Maria Rita Gismondo ha un indice di 25. La sua "nemesi" Roberto Burioni – definì la Gismondo "la signora del Sacco" –, virologo del San Raffaele e habitué del salotto di Fabio Fazio ha un H-Index di soli due punti superiore (27). Fra le donne Ilaria Capua, direttore One Health dell’università della Florida, molto corteggiata dalla tv sin dall’inizio dell’epidemia, ha un H-Index di 51, più alto dell’immunologa Antonella Viola (36), astro in ascesa fra i "viro-star". Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi, è più indietro (16). Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, fa pure peggio (7).
Quanto parlano i virologi in tv? Dati recenti non esistono. L’ultimo monitoraggio accurato condotto da Agcom risale a a marzo e aprile 2020. Per la cronaca, sul podio per tempo di parola in Rai, Mediaset, La7, dopo l’allora premier Giuseppe Conte (21h e 15’) c’era Massimo Galli, direttore Malattie Infettive del Sacco (14h e 27’). Mistero invece se ci sia dietro gli scienziati lo "zampino" di un agente. Le principali scuderie artistiche italiane che abbiamo interpellato – come Itc2000, Arcobaleno Tre, Vegastar, Notoria Lab, Visverbi, Marangoni Spettacolo – negano di occuparsene. Solo Elastica ammette di essere l’agenzia di Roberto Burioni. Un’inchiesta di Panorama aveva rivelato che Burioni potesse decidere, per una sua partecipazione, di farlo gratis o chiedere qualcosa in più. Il settimanale svelò pure quale fosse il “fee“ di Ilaria Capua per 10 minuti su Skype: 2mila euro più Iva.
C’è poi il pianeta della formazione manageriale. Il 13 maggio dell’anno scorso la virologa Ilaria Capua è stata ospite del format online “CfmTea Time“. Ma Nicola Spagnuolo, direttore generale di Cfmt, centro di formazione del management del terziario, precisa: "Non abbiamo invitato Ilaria Capua come formatrice ma perché potesse dare un contributo scientifico in termini di informazione sul virus quando non se ne sapeva ancora nulla e fiorivano le ipotesi più varie. I manager avevano bisogno di conoscenze per capire la sua possibile diffusione nei vari Paesi e quindi fare valutazioni accorte rispetto agli sbocchi di mercato dei loro prodotti".