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Tra il duo Panzetti-Ticconi e il fascino di miti antichi

La Triennale di Milano, sotto la guida di Umberto Angelini, continua nel compito di collocare la danza nelle arti contemporanee con proposte sorprendenti. Duo Panzetti-Ticconi e Teho Teardo incontrano l'energia musicale, Michele di Stefano porta il kecak, Galli e Frongia esplorano natura e genere umano.

Tra il duo Panzetti-Ticconi e il fascino di miti antichi

La Triennale continua nel compito che si è data, sotto la guida di Umberto Angelini: collocare la danza nel novero delle arti contemporanee, in modi e luoghi altri con proposte sorprendenti. Il 16 il duo Ginevra Panzetti-Enrico Ticconi a Volvo Studio incontra l’energia musicale di Teho Teardo, compositore, musicista e sound designer - vincitore del David di Donatello per la miglior colonna sonora con “Il Divo” di Paolo Sorrentino - da sempre esploratore attento agli stimoli di altre forme artistiche, dedicandosi all’attività concertistica e discografica e indagando il rapporto tra musica elettronica e strumenti tradizionali. Il duo Panzetti-Ticconi, nato nel 2008 con base tra Berlino - “Talenti dell’anno” secondo la rivista tedesca “Tanz” -, e Torino, sviluppa una sua ricerca attorno alla danza, alla performance e all’arte visiva. I due artisti amano attingere a immaginari lontani costruendo figure e immagini ibride tra antico e contemporaneo, e approfondendo il rapporto tra comunicazione, violenza e potere. Dal 17 al 19 arriverà poi in Triennale “Sfera#uno stato eternamente nascente” di Michele di Stefano, artista associato e Leone d’Argento alla Biennale di Venezia, con il suo gruppo mk: una scacchiera in disequilibrio, un’atmosfera per corpi in cerca di un’intesa possibile, sotto la suggestione del kecak, una forma di danza e musica quasi rituale nata negli anni Trenta a Bali, in Indonesia.

Al PimOff saranno di scena Nicola Galli con “Ultra”, il 15 e 16, e Rita Frongia con “Lilith” il 22 e 23. “Ultra”, con Galli e Massimo Monticelli, in una prospettiva ultra-umana mette in luce l’organizzazione nascosta della realtà, quella del sottosuolo. Nel desiderio di approfondire l’indagine sul rapporto tra natura e genere umano, esplora il concetto di caduta, come crepuscolo dell’egemonia umana. Quello di “Lilith”, che Rita Frongia ha disegnato per Angela Antonini, è un mito anteriore a quello di Eva; vergine nera per gli antichi Sumeri, strega seducente nel Medioevo, demone biblico, donna indomita e “cattiva”, attuale come non mai. E.G.V