Da Chiara Ferragni a Elenoire Casalegno, da Giulia Salemi a Flavio Briatore. Fino al paradosso di Martina Servadei, l’influencer che ha messo nero su bianco (sui social): "Napoli è più sicura di Milano per le donne, ora vivo qui...". E quando alla tiktoker Martina Bugliarelli hanno rubato l’auto a Napoli, nel video in cui racconta la disavventura da milione e mezzo di visualizzazioni, ha reagito così: "Succede a chiunque e dovunque, anzi io ho sempre reputato Napoli una città sicura a differenza di Milano, dove vivo e dove veramente ho paura di uscire in solitaria". Ora, va bene tutto. Ma che Milano sia meno sicura di Napoli è tutto da vedere. E anche se ormai è di moda sparare su Milano, prima di “abboccare“ ai trend del momento scritti per un pugno di clic, bisognerebbe tornare al buon vecchio pallottoliere. Magari fuori moda nell’epoca di Internet, ma sempre efficace quando c’è da soppesare qualche verità.
Ecco, prima di certe “sparate“ - e il confronto Milano/Napoli può valere per decine di altri analoghi esempi - andrebbero fatte le debite proporzioni fra Milano, la metropoli italiana più internazionale che conta oltre 1,3 milioni di residenti “sulla carta“ e altri 2 milioni di studenti e lavoratori attira ogni giorno, e Napoli città che conta poco più di un milione di persone e “calamita“ meno di 300mila pendolari al giorno. Prima di sparare su Milano perché fa tendenza, meglio calibrare numeri e opinioni. Basta farsi un giro ogni tanto in una qualsiasi capitale mondiale nell’Occidente democratico per capire che la nostra città non è “Gotham city“. Certo, esiste il problema sicurezza. Questo sì. Ma lasciarsi trasportare dalla nera e impetuosa corrente dei social non risolve i problemi. E men che meno risolve i problemi la “lamentite“ acuta di cui tanti politici (e cittadini) soffrono. Meglio rimboccarsi le maniche e saggiare idee e possibili rimedi sul campo per aumentare la percezione di sicurezza dei milanesi. E riscoprire concretezza e senso civico, virtù spesso dimenticate dall’esercito di influencer a caccia di facili polemiche e sentenze à la carte per avere in cambio l’agognata visibilità.