Milano, 20 novembre 2024- La presunta truffa è scattata con una telefonata, ricevuta il 10 novembre 2023 da parte di una persona che si è presentata come "Chiara", con l'invito a investire su una piattaforma di trading online che, si legge nella denuncia presentata dai legali della vittima, "descriveva immediatamente come efficace e gestita da professionisti ed esperti del settore". E così una facoltosa milanese, Gabriella Mariangela Ramsperger, 82 anni, sarebbe stata agganciata da presunti consulenti finanziari e indotta a trasferire ingenti somme di denaro "verso conti bancari di società fraudolente", utilizzando strumenti informatici come Anydesk per controllare il suo computer da remoto.
Avrebbe versato complessivamente, in diverse tranche, oltre 880mila euro, ingannata attraverso la simulazione di guadagni che in realtà erano inesistenti. La donna, assistita dal team anti-frode dello studio penale Icaa di Milano, ha presentato una denuncia alla Procura di Milano chiedendo il sequestro delle somme e l’apertura di indagini per truffa aggravata.
“L’esibizione della trade room e dell’andamento positivo del mio investimento - si legge nella denuncia - conferivano una parvenza di regolarità procedurale nella gestione dell’operazione che mi impediva anche solo di dubitare di essere vittima di una condotta truffaldina. La mia fiducia era peraltro consolidata dall’invio di un importo, sebbene esiguo, a titolo di primo guadagno dell’investimento effettuato. Inoltre, di fatto, non possedevo gli strumenti per approfondire o operare autonomamente”.
“Le truffe legate alle criptovalute rappresentano un fenomeno in crescita, che richiede un intervento legislativo urgente” spiega Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del Diritto europeo e internazionale. “È indispensabile – aggiunge – prevedere nuovi reati specifici, competenze territoriali chiare e strumenti di cooperazione europea rapida per contrastare efficacemente queste frodi transnazionali. Invito gli utenti alla massima cautela: i truffatori utilizzano portali che simulano guadagni virtuali, ma si tratta di mere finzioni digitali create per sottrarre risorse. La prevenzione e la consapevolezza, unite a norme moderne e a una giustizia coordinata a livello europeo, sono le chiavi per combattere questo allarmante fenomeno”.