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Le indagini dei carabinieri e della Dda hanno documentato la spartizione delle piazze di spaccio tra i gruppi
Milano – Un'altra condanna, stavolta a 12 anni di reclusione, è stata inflitta a Luca Calajò, nipote di Nazzareno Calajò, detto ‘Nazza’, presunto ‘ras della droga’ alla Barona, storico quartiere popolare nella zona sud di Milano.
Entrambi erano già stati condannati lo scorso settembre con rito abbreviato - Nazzareno a oltre 17 anni e Luca a più di 16 anni - nel primo filone scaturito dall'inchiesta della Dda di Milano e del Ros dei carabinieri, nata da accertamenti su un traffico di droga dentro il carcere di Opera, che aveva smantellato sette gruppi, che controllavano una serie di “piazze di spaccio” di hashish, marijuana e cocaina tra Milano e l'hinterland.
La nuova sentenza è stata emessa in abbreviato dalla gup di Milano Manuela Castellabate, sempre a seguito di una tranche di indagini, con al centro ipotesi di narcotraffico, coordinata dai pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco, che aveva portato ad altri 14 arresti un anno fa. In questo processo abbreviato a carico di 12 persone sono state condannate anche due imputate, Antonia Minasi (a 7 anni e 1 mese in continuazione con un'altra condanna) e Sabrina De Carli (sei anni).
Dagli atti delle indagini erano emersi anche contatti con gli “ambienti criminali delle curve” di San Siro. Uno degli imputati, Matteo Ardolino, condannato a 3 anni, era stato indicato in un'informativa alla base dell'ordinanza di custodia cautelare come “vicino” a Vittorio Boiocchi, lo storico capo della Curva Nord interista, ucciso a colpi di pistola in un agguato nell'ottobre del 2022.