
I carabinieri hanno scoperto il traffico illecito di rifiuti
MIlano, 27 luglio 2018 - La quantitàè impressionante: quasi 23mila tonnellate di rifiuti trattati (male) nel giro di tre anni per un volume d’affari illecito stimato per difetto in 2,1 milioni di euro. E del resto, con i prezzi concorrenziali che proponevano a fornitori e acquirenti, si erano ritagliati uno spazio da monopolisti nel settore. In tanti si rivolgevano alla milanese Nuova Cartaria Natale srl gestita dai fratelli Sabino e Massimo Natale oppure alla Polirecuperi srl di Cornaredo, guidata da Elio Gaburri, che garantivano a costi ridottissimi (un terzo rispetto alla concorrenza) un’operazione tutt’altro che economica: lo smaltimento della carta da parati, materiale che contiene al suo interno parti viniliche, plastiche e chimiche, e che di conseguenza necessita di particolari accorgimenti in fase di smaltimento. Accorgimenti che i presunti componenti dell’associazione a delinquere smantellata ieri dai carabinieri forestali (9 arrestati di cui 2 ai domiciliari e altri 12 indagati) non utilizzavano mai: il trattamento era solo fittizio, e quello che usciva dai capannoni non era altro che «falso Pvc».
Gli indagati erano ben consapevoli del reato che stavano commettendo, se è vero che in una conversazione captata dai militari un amministratore avrebbe detto in sintesi: «Se ci controllano, ci blindano tutti». Poi, con la complicità di un autotrasportatore cubano, i carichi «drogati» prendevano le direzioni più disparate: via nave su container per raggiungere Stati Uniti, Canada, Turchia e Messico, via terra per arrivare in Olanda e Ungheria. In alcuni casi, gli scarti illegali mascherati da materiale riciclato sono finiti ad aziende specializzate nella produzione di suole di scarpe e stivali per bambini. I traffici illeciti viaggiavano pure su un secondo canale: i residui da triturazione della carta da parati venivano infilati nelle balle di carta e cartone e vendute a impianti di riciclo della carta. Nei guai pure Massimo Lettieri, presidente del cda della cooperativa RiMaflow di Trezzano sul Naviglio: secondo le accuse del pm della Dda Silvia Bonardi, era parte integrante dell’organizzazione guidata da Sabino Natale.