MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Trasloco del carcere di San Vittore. Sala favorevole: "Condizioni indegne per i detenuti"

"O si investe e si cambia oppure è meglio trasferirlo". Il sindaco di Milano si pronuncia sul futuro del penitenziario

"Il carcere di San Vittore? O si investe e si cambia oppure è meglio trasferirlo". Il sindaco Giuseppe Sala pronuncia per la prima volta dall’inizio del suo doppio mandato in Comune iniziato nel 2016 la parola "trasferimento". È una svolta, probabilmente dovuta alla visita del primo cittadino al reparto femminile di San Vittore: "Non esiste che una detenuta, magari incinta, condivida con tre detenute uno spazio di pochissimi metri quadrati e dovendo fare i suoi bisogni debba utilizzare un bagno alla turca. Le condizioni di vita dei detenuti sono indegne".

Il problema dell’inadeguatezza del vecchio carcere – fu inaugurato il 24 giugno del 1879 – non è nuovo. Più di vent’anni fa, nel 2001, l’allora sindaco Gabriele Albertini puntava sul trasloco della casa circondariale per realizzare nell’area di San Vittore un grattacielo con un grande parco intorno e aveva strappato la promessa all’allora ministro della Giustizia Roberto Castelli che lo Stato avrebbe costruito un nuovo carcere nella periferia di Milano. Alla fine non se ne fece nulla, anche perché la Sovrintendenza sentenziò che il nucleo storico del carcere non può essere abbattuto.

Vent’anni dopo, Sala – che ha iniziato a occuparsi del carcere nel 2009, quando era direttore generale del Comune durante il mandato del sindaco Letizia Moratti – ci vuole riprovare: "O questo carcere viene riqualificato e rimesso a norma – la mia ipotesi preferita – a costo di rinunciare a ospitare parte dei reclusi oppure così non si può andare avanti. Abbiamo superato il limite. Chiederò al nuovo ministro della Giustizia (Carlo Nordio, ndr) di farsi carico della questione e gli offrirò tutto il supporto possibile".

Il sindaco fissa anche un’orizzonte temporale per realizzare il restyling o il trasferimento: "Non oso immaginare che nel 2030 chi sia detenuto in un carcere milanese debba ancora vivere in queste condizioni. Le altre carceri milanesi (Opera e Bollate, ndr ) hanno fatto dei passi avanti, anche perché sono più nuove e hanno ospiti stabili. San Vittore quasi nessuno".

Le reazioni alle parole di Sala non si fanno attendere. Ma prima di darne conto va ricordato che la prima a sollevare il problema del carcere nell’amministrazione targata centrosinistra, dopo le elezioni comunali dell’ottobre 2021, è stata l’assessore allo Sport Martina Riva, di cultura politica radicale, lo scorso 18 febbraio ("San Vittore non è un carcere vivibile, meglio utilizzarlo come spazio per i giovani e la cultura").

Il consigliere del Pd Alessandro Giungi, intanto, dà ragione a Sala quando parla di condizioni "indecorose" e "sovraffollamento" ma aggiunge: "Sono contrario alla chiusura di San Vittore, la sua posizione centrale costringe tutti a interrogarsi su cosa succede dietro quelle mura, ma bisogna investire sulla manutenzione". Favorevole al trasloco del carcere, invece, il capogruppo di FI Alessandro De Chirico: "È una proposta che da anni riproponiamo anche con emendamenti e odg collegati al bilancio. San Vittore potrà essere rifunzionalizzato con spazi per la città, preservando la memoria architettonica di pregio". Il trasferimento di San Vittore era uno dei punti del programma del candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo, l’anti-Sala nel 2021.