MONICA AUTUNNO
Cronaca

"Trasporti scolastici, il tempo stringe"

Da Cassano a Trezzo, i genitori scrivono a prefetti, Regione e ministeri: subito un piano per il ritorno in classe

di Monica Autunno

"A scuola in presenza? Prima si sistemi il nodo trasporti". Lettera a prefetti e Regione, Province e Città Metropolitana, ma anche ai ministeri competenti e alla Presidenza del Consiglio: la firmano i comitati genitori e i rappresentanti dei consigli di istituto dei principali poli scolastici della Bassa Bergamasca, licei e scuole professionali o tecnici su cui gravitano a centinaia anche gli studenti dell’area rivierasca milanese, da Cassano a Trezzo, da Inzago a Vaprio. "Bus sovraccarichi, orari inadeguati a ingressi e uscite a scaglioni, mancate coincidenze, lunghissimi tempi morti. Bisogna pensarci ora o la terza ondata costringerà a nuova chiusura". Sono centinaia, come si diceva, gli studenti dell’Est Milanese che ogni giorno si dirigono in bus o treno ai grandi istituti scolastici dell’area trevigliese, dall’agrario Cantoni al liceo Simone Weil, dall’Archimede all’Oberdan, dallo Zenale e Butinone al Galilei. Il nodo trasporti è critico ogni anno, si è fatto cruciale con l’emergenza sanitaria. A settembre la ripresa fra mille problemi, poi lo stop. In vista del bis di gennaio, i genitori levano gli scudi. "Come genitori abbiamo collaborato con i dirigenti scolastici prima della ripartenza di settembre, accogliendo come un’opportunità i confronti con l’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale, per addivenire a soluzioni che conciliassero i nuovi orari scolastici con la riduzione di capienza imposta ai mezzi. Capienza comunque già gravemente insufficiente prima della pandemia. Abbiamo accettato per i ragazzi l’ingresso e uscita da scuola a turni, realizzato una mappatura degli orari e delle disponibilità del servizio, evidenziato e comunicato i problemi". Alcune situazioni sono state risolte. "Altre no: mancanza di corse per l’entrata mattutina posticipata, tempi di attesa lunghi per il rientro a casa pomeridiano, e soprattutto bus comunque sovraffollati". Ancora: "Non possiamo non interrogarci sulle cause di un trasporto pubblico scolastico sempre in difficoltà. La scuola, con tutte le problematiche connesse, ha adeguato e continuerà ad adeguarsi per permettere agli studenti la frequenza in presenza, anche secondo i criteri stabiliti dall’ultimo Dpcm. Ma ciò non può avvenire senza l’ormai imprescindibile adeguamento dei trasporti".

La richiesta, quella di celeri stanziamenti ("notevoli risorse sono già state erogate") e di valutare l’integrazione della flotta del trasporto pubblico locale con bus privati. "Si debbono creare le condizioni per una mobilità adeguata, affinché una eventuale e probabile terza ondata non costringa nuovamente alla chiusura delle scuole. Il car-sharing delle famiglie non può essere un’alternativa". "C’è preoccupazione - dice Massimo Arati, cassanese e presidente del consiglio di istituto dell’Oberdan -. È impensabile che i ragazzi affrontino una ripresa in queste condizioni. E con una complicazione in più, perché il decreto parla di ripresa al 75% fissando una capienza a bordo del 50% su due turni. I numeri non possono tornare".