Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su www.ilgiorno.it/
Milano, 2 febbraio 2021 - Il trasporto pubblico ha sostanzialmente retto anche se non sono mancate criticità sia in metropolitana che sui mezzi di superficie. Sotto esame è finito, però, il mancato scaglionamento degli orari di negozi, sportelli, uffici e attività produttive. Questa la sintesi di quanto avvenuto ieri, primo giorno di zona gialla, in città. Atm ha fatto segnare un aumento di passeggeri pari al 5% rispetto alla settimana scorsa, quando vigeva la zona arancione. Detto altrimenti: ieri i mezzi pubblici hanno trasportato il 43% dei passeggeri rispetto al periodo pre-Covid, circa 850mila persone. In metropolitana, tra le 7 e le 9, si è dovuto ricorrere alla chiusura dei tornelli per contingentare l’accesso alle banchine. È successo in particolare sulla M2 e soprattutto in alcune stazioni: Porta Genova, Porta Garibaldi, Centrale, Cimiano e, sulla M3, in Zara. In superficie restano sotto osservazione le linee 60-61 e 90-91. E non sono mancati casi di bus costretti a non caricare passeggeri perché già al completo, mentre le navette attivate da Atm ricorrendo a bus di società private, in alcuni casi hanno viaggiato semivuote, complice la richiesta inviata nei giorni scorsi dalla Prefettura agli istituti scolastici: meglio proseguire col 50% di didattica in presenza anziché col 75% concesso in zona gialla. Una raccomandazione rinnovata ieri.
Ma, come detto, nell’incontro tenutosi alle 18 di ieri in Prefettura si è sottolineato soprattutto come sia mancato lo scaglionamento degli orari delle attività lavorative. La fascia oraria più critica per il trasporto pubblico è stata, ieri, quella tra le 8 e le 9. E in questa fascia gli studenti impattano in maniera marginale, visto che chi entra alle 8 scende dal metrò prima e chi entra dopo le 9.30 ci sale dopo. Il surplus di passeggeri, che già ieri ha fatto scattare un campanello d’allarme per il possibile avvicinamento alla soglia di saturazione dei mezzi pubblici (fermi al limite del 50% della capienza complessiva), dipende quindi da altre categorie. Questa la conclusione alla quale è approdata la riunione pomeridiana presieduta dal prefetto Renato Saccone. Il piano di rientro in classe per il 50% degli studenti delle superiori si basa, infatti, anche sul posticipo degli orari dei negozi (dopo le 10.15), degli uffici aperti al pubblico (dopo le 9.30), dei servizi bancari, assicurativi e finanziari (dopo le 9.30 e preferibilmente su appuntamento). È sembrato quindi evidente che molti ieri non abbiano rispettato le consegne. Di conseguenza ora l’obiettivo di Palazzo Diotti è quello di riprendere il dialogo con le associazioni di categoria per far sì che quell’impegno (in alcuni casi un obbligo sancito da un’ordinanza del sindaco Giuseppe Sala) sia mantenuto. Altro capitolo, lo smartworking che va incentivato.
Per quanto riguarda l’hinterland, ad una settimana dal ritorno in aula al 50%, le segnalazioni di studenti e dirigenti scolastici si sono rivelate preziose per «aggiustare il tiro», potenziando alcune linee o comunicando la presenza di navette sottoutilizzate. Succede per esempio a Cimiano, via Don Calabria, dove si affacciano cinque scuole con circa 5mila studenti. E dove, soprattutto nell’orario di uscita, tanti ragazzi nonostante la presenza di bus turistici semivuoti si riversano sulla M2. «Forse per abitudine? Fatto sta che siamo davvero in pochi a prendere le navette che passano ogni dieci minuti – spiega Andrej, studente dell’istituto Maxwell –, si sta larghi, al caldo e sono gratis. Meglio di così?». «Stiamo raccogliendo le segnalazioni di studenti e studentesse – spiega Beatrice Uguccioni, delegata alla Mobilità per Città Metropolitana – hanno espresso apprezzamento per la situazione e chiesto una maggior comunicazione di quello che è stato fatto per il potenziamento e l’areazione dei mezzi, che garantisce sicurezza. Il monitoraggio è continuo per intervenire prontamente». Come fatto a Cernusco sul Naviglio, dove sono già state autorizzate corse aggiuntive. Bus da potenziare a Magenta – attorno al liceo Quasimodo – mentre è stata segnalata una navetta sempre vuota da San Donato a Treviglio. Linee ancora affollate a Cornaredo, Arluno e Cuggiono. «Abbiamo notato un netto miglioramento per quanto riguarda il sistema dei trasporti e in particolare la linea gialla e la linea rossa – commenta Sveva Pontiroli, studentessa del liceo Volta e nel comitato Studenti Presenti –. Sulla verde sono necessari ancora alcuni interventi». Insieme ai rappresentanti degli studenti degli altri istituti hanno stilato un sondaggio che sta girando per le scuole e nelle chat per continuare il monitoraggio sul trasporto scolastico.