ANDREA GIANNI
Cronaca

Tre giorni di protesta all’alberghiero: "Basta chiedere soldi alle famiglie". Scatta il lancio di pomodori e farina

L’alleanza genitori-alunni del Porta contro il rincaro, fino a 140 euro, del contributo volontario alle spese. La lettera del Consiglio d’istituto: "Importi inalterati dal 2018, ma garantire i laboratori è sempre più costoso".

Ragazzi e genitori si sono radunati davanti ai cancelli e hanno esposto cartelli

Ragazzi e genitori si sono radunati davanti ai cancelli e hanno esposto cartelli

La protesta, che proseguirà anche oggi, si è concretizzata ieri mattina in un presidio davanti ai cancelli dell’istituto alberghiero Carlo Porta di Milano con lancio di pomodori e farina, strumenti del mestiere per i ragazzi che si stanno avvicinando al mondo della ristorazione. Cartelli con scritte come "Non siamo numeri, siamo persone" e "La scuola pubblica è gratuita", il rifiuto di seguire le lezioni per manifestare il dissenso contro una delibera del Consiglio di istituto che aumenta la richiesta del contributo scolastico volontario, somme versate dalle famiglie per coprire in parte spese come quelle per l’assicurazione scolastica obbligatoria e per il materiale, l’attrezzatura e la manutenzione dei laboratori.

Ai genitori degli alunni delle classi prime e seconde e delle classi del triennio di accoglienza turistica è stato chiesto di versare 110 euro in più rispetto alla quota annuale di 195 euro già pagata. Per gli altri, gli alunni delle classi del triennio di cucina, sala e prodotti dolciari, la quota aggiuntiva è di 140 euro, da sommare ai 265 euro già versati a inizio anno scolastico. Le ragioni del rincaro sono messe nero su bianco nella circolare della preside Rossana Di Gennaro e nella lettera del Consiglio di istituto indirizzata a dicembre alle famiglie. "La scuola ha sempre contribuito con propri fondi all’acquisto di materiale e attrezzature – si legge nel documento – e l’entità della quota, considerate anche le difficoltà economiche di molte famiglie a seguito della pandemia, è rimasta inalterata dal 2018 nonostante l’aumento consistente dei costi delle derrate alimentari, dei materiali, delle attrezzature e della manutenzione" in una scuola con circa 950 iscritti che ha tra i suoi punti cardine proprio le attività pratiche nei laboratori. Fino a quando "a fronte di ulteriori aumenti" la scuola è stata "costretta ad adeguare" al rialzo "l’entità del contributo". Decisione contestata dalle famiglie (una parte non ha ancora pagato la prima quota) e dagli studenti, che stanno protestando da martedì, giorno di rientro dopo le vacanze, chiedendo maggiore trasparenza nelle spese.

"Questo rincaro del contributo si somma ad altri problemi irrisolti – spiega Mattia Rozzi, rappresentante degli studenti – come la carenza di bidelli, la scarsità di materiale nei laboratori, la presenza di topi e blatte. Molte famiglie incontrano difficoltà nel far fronte a queste spese, ci sono alunni che rischiano di rimanere esclusi e bisogna risolvere il nodo dell’assicurazione, copertura indispensabile nel caso di gite, attività e tirocini nell’ambito del percorso di formazione". L’istituto professionale in via Uruguay non ha fatto marcia indietro, ma si è aperto un primo dialogo nel tentativo di trovare una soluzione su una questione che ha al centro il diritto allo studio nella scuola pubblica. Intanto oggi si apre il terzo giorno di proteste.