MoroniLa settimana scorsa abbiamo vissuto l’ennesima giornata di treni in tilt. Usciti dal lavoro verso le 18, tornare a casa è diventata una vera impresa: tutti i treni per Parabiago risultavano cancellati, senza alcuna indicazione utile su alternative o tempistiche. L’unica possibilità era salire sui diretti regionali, che però (inspiegabilmente) fermavano solo a Legnano. Nessuna fermata straordinaria viene prevista per Parabiago o altre stazioni intermedie, come se il disagio fosse soltanto un dettaglio secondario. Risultato? Tutti costretti a scendere a Legnano, chiamare qualcuno per farsi venire a prendere, tornare a Parabiago a recuperare l’auto parcheggiata, e poi (finalmente) rientrare a casa. Un percorso a ostacoli che ha generato traffico, inquinamento, stress e una quantità di disagio difficile da quantificare, ma che si è fatta sentire forte e chiara. Viene da chiedersi: davvero non è possibile organizzarsi per gestire meglio situazioni straordinarie? Basterebbe poco, come prevedere una fermata in più. E invece, ancora una volta, la sensazione è quella di essere lasciati a noi stessi, a inventarci soluzioni per un problema che dovrebbe essere gestito da chi fornisce il servizio ferroviario.Luca Ceriotti, Busto GarolfoUna sola fermata. Cos’è una fermata in più in una serata di emergenza e di disagio? E invece la giornata del pendolare si allunga. Una manciata di chilometri che si traduce in altri minuti di viaggio, minuti in più che alla fine di una giornata di lavoro si fanno sentire e si traducono in termine di fatica, stress e altro ancora. Tutto per una fermata negata. E forse neppure pensata.mail: gabrielemoroni51@gmail.com
CronacaTreni cancellati e nessuna alternativa. Eppure la soluzione ci sarebbe