Milano, 23 agosto 2018 - «Sento dal Governo che ci sono proposte diverse e migliori», ha detto il governatore Attilio Fontana ieri al Meeting di Rimini, rispetto alla scissione di Trenord prospettata in extrema ratio da Regione Lombardia. Può darsi che entro la fine dell’anno la società che gestisce il trasporto ferroviario in Lombardia, controllata fifty-fifty dalla Regione attraverso FNM e dallo Stato via Trenitalia, non torni a dividersi in due – un soggetto lombardo a gestire il 45% delle quaranta linee regionali (le suburbane, quelle di collegamento con Malpensa e quelle che corrono sulla rete già di FNM), e uno nazionale per il restante 55% a media e lunga percorrenza –, cancellando la fusione iniziata nove anni fa, e completata nel 2011.
«Abbiamo fatto la nostra parte – ha ripetuto il presidente lombardo –. Nelle scorse settimane abbiamo inviato il nostro progetto», quello della separazione, ai vertici delle Ferrovie dello Stato. «Dovevo incontrare il nuovo ad di FS i primi di agosto ma non è stato possibile – ha chiarito il governatore leghista –. Conto di incontrarlo la prossima settimana». A fine luglio qualcosa è cambiato: Renato Mazzoncini, l’ex ad delle Fs con cui Fontana aveva trattato il braccio di ferro sugli investimenti finito con la richiesta di divorzio, ha lasciato (additando apertamente lo «spoils system» del Governo pentaleghista) il posto a Gianfranco Battisti.
Negli stessi giorni anche i vertici di Trenord, ormai ampiamente sfiduciati dalla Giunta Fontana, sono cambiati: all’ad Cinzia Farisè, voluta dall’ex governatore Roberto Maroni, è subentrato Marco Piuri. Ma soprattutto al progetto di separazione di Trenord s’è messo di traverso il Movimento 5 Stelle, che in Lombardia sarà anche all’opposizione, ma a Roma governa con la Lega, e controlla proprio il Ministero dei Trasporti con Danilo Toninelli. «Il Governo è pronto a fare la sua parte, Fontana congeli il piano e discuta con noi», lo aveva invitato a mezzo stampa il sottosegretario di Palazzo Chigi Stefano Buffagni, già consigliere lombardo dei 5S. lI governatore aveva risposto aprendo al dialogo, ma sollecitando «oltre alle parole i fatti». E ricordando che il punto sono gli investimenti, a cominciare dalla flotta visto che, dei treni in servizio sulle ferrovie lombarde, i 200 della Regione hanno un’età media di nove anni contro i 32 vantati dai 195 convogli di Trenitalia.
I pendolari non possono attendere, è il sottotesto nel messaggio di Fontana, che appena insediato ha preso di petto il problema dei disagi che ha trasformato anche l’ultimo aumento (un euro al mese, e solo per gli abbonamenti integrati che permettono di viaggiare su treni, bus, tram e metrò) in un vespaio. Al Meeting di cielle Fontana ha parlato anche di autostrade, schierandosi col governatore ligure Giovanni Toti: la nazionalizzazione proposta dai grillini dopo la tragedia del ponte di Genova «è lontana mille miglia dalla mia cultura. Ma vanno riviste le concessioni», occorre «cambiare le regole: il pubblico deve controllare il privato». Ed «è giusto prevedere anche gli enti locali: se i controlli vengono fatti dagli enti più vicini ai beni e servizi saranno più efficaci».Giulia Bonezzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA