Milano, 1 agosto 2019 - L'adesione della Regione e di Trenord al nuovo sistema tariffario integrato in vigore dal 15 luglio produrrà rincari su più linee ferroviarie. Ieri la Giunta lombarda ha infatti deliberato l’abolizione non solo dei biglietti e degli abbonamenti il cui importo era stato calcolato sulla base del sistema di tariffazione in vigore prima del 15 luglio ma anche dei biglietti e degli abbonamenti validi per viaggiare solo a bordo dei treni regionali.
Ed è quest’ultima scelta ad innescare, in alcuni casi, l’effetto rincaro perché di fatto l’acquisto del biglietto integrato diventa l’unica possibilità. E il biglietto integrato costa di più perché offre servizi in più, quali il trasporto urbano. Va precisato che il nuovo sistema di tariffazione e, quindi, i nuovi titoli di viaggio sono in vigore solo a Milano e hinterland e a Monza e provincia. I rincari si concentrano quindi sulle tratte relative a questa area. Nel dettaglio, i principali abbonamenti che verranno meno sono il “Trenocittà Milano”, il “Trenocittà Monza” e quello denominato “Io viaggio ovunque in Provincia” ma solo, come detto, nelle province e per le province di Milano e Monza. Qualche esempio: il mensile valido tra Arcore e Milano passerà da 46,50 a 70 euro, quello valido tra Milano e Carnate da 59 a 77 euro. L’abolizione dei titoli di viaggio già menzionati avverrà dal primo ottobre, tra due mesi. Lo schema di intesa tra la Regione e l’Agenzia di bacino allegato alla delibera riporta poi alcune indicazioni sulle regole per l’utilizzo dei nuovi titoli: l’abbonamento settimanale personale varrà da lunedì alla domenica e non pern 7 giorni consecutivi, il biglietto multicorsa (10 corse) non può essere utilizzato contemporaneamente da più persone. Secondo alcune stime gli introiti aggiuntivi per Trenord si aggirerebbero intorno tra gli 8 e i 10 milioni ma gli accordi commerciali sono ancora da perfezionare.
A contestare l’operato della Giunta è Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd: «L’assessore regionale ai Trasporti, Claudia Terzi, è produttrice istituzionale di fake news, non ha nemmeno il coraggio di dire apertamente ai cittadini che hanno deciso di aumentare le tariffe ferroviarie, da cui Trenord incasserà molti soldi in più per un servizio che rimane scadente. E questo succede dopo che a inizio luglio si erano vantati di aver tenuto bloccate le tariffe. La Regione – prosegue Bussolati – aveva, per legge regionale, 5 anni di tempo per adeguare le sue tariffe, cioè poteva tenere in vita fino al 2024 biglietti e abbonamenti non integrati, quelli validi solo per il treno. Poteva intervenire con gradualità, con i giusti correttivi, magari dopo aver migliorato un po’ il servizio, e invece ha scelto di aumentarli, punendo i pendolari, e di dare la colpa ad altri. Io non so con che coraggio si presenteranno dai sindaci, anche quelli di centrodestra, per giustificare aumenti tariffari del 40% a fronte di un servizio indecoroso».
Dal canto suo la Terzi spiega: «Aumentando a 2 euro la tariffa urbana di Milano è inevitabile che le tariffe delle corone più esterne subiscano ritocchi. La responsabilità va dunque ricercata nella scelta del Comune di Milano che ha aumentato le tariffe Atm, Bussolati si rivolga ai suoi amici di partito. Questa situazione ha impedito che si potesse da subito intervenire per calmierare gli aggiornamenti tariffari, mentre Milano ha previsto agevolazioni limitate esclusivamente al contesto cittadino, senza preoccuparsi delle ricadute negative sui viaggiatori dell’area Milanese e della Brianza monzese. Una politica miope. Senza la fuga in avanti di Milano sarebbe stato possibile strutturare un sistema che mantenesse, per un periodo di transizione, anche il titolo di viaggio solo treno: la fretta pretestuosa del Comune lo ha impedito e ora mancano i tempi tecnici per mettere in atto un’operazione di questo tipo. Più volte ho detto al Comune e all’Agenzia di bacino che occorreva del tempo per scongiurare storture che avevamo paventato».