Chiedono alla Regione e a Trenord di adottare strumenti che consentano ai pendolari di ottenere rimborsi per ritardi e soppressioni almeno pari a quelli previsti fino a gennaio, fino a quando era in vigore il vecchio bonus, quello che scattava in automatico e per ritardi oltre i 5 minuti. Oggi è invece in vigore un indennizzo per il quale bisogna fare richiesta e che scatta oltre la soglia dei 15 minuti. A chiederlo sono Assoutenti e i rappresentanti dei viaggiatori: Franco Aggio, Manuel Carati, Giorgio Dahò, Francesco Ninno e Andrea Mazzucotelli.
“Per il tramite di Assoutenti – spiegano i portavoce dei pendolari – abbiamo chiesto all’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) se le due modalità di rimborso (il bonus e l’indennizzo ndr) risultassero incompatibili e se non fosse possibile utilizzare indicatori di qualità e valori di soglia più favorevoli agli utenti. La risposta avuta da ART conferma che il bonus costituiva una fattispecie avente causa e natura diverse dall’indennizzo e che l’Autorità – a differenza di quanto dichiara la Regione – non ha emesso alcun provvedimento o direttiva che possa impedire la conferma di tale bonus. Per quanto riguarda la percentuale di riconoscimento dell’indennizzo, il valore di riferimento per il ritardo di 15 minuti e gli altri indici utilizzati per il calcolo del valore soglia, ART ribadisce che nulla osta i gestori a considerare valori più stringenti. Relativamente ai treni parzialmente soppressi, ART ritiene che vadano ricompresi nel conteggio. Infine per gli abbonamenti integrati, è sufficiente accertare se la tratta utilizzata abitualmente dal passeggero abbia superato i valori soglia. Non sembra quindi corretto l’utilizzo di un valore unico medio tra tutte le direttrici per riconoscere l’indennizzo ai possessori dei titoli integrati".
Da qui la richiesta di cui sopra: pareggiare il vecchio bonus. "L’avevamo denunciato settimane fa – commenta Simone Negri, consigliere regionale del Pd – ora grazie al lavoro dei rappresentanti dei viaggiatori c’è la conferma dell’ART: la Regione e Trenord hanno scelto di penalizzare i pendolari e togliere un elemento di trasparenza. I bonus infatti erano anche un termometro dell’andamento del servizio, l’indennizzo invece no".