MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

Il passante ferroviario di Milano è l’inferno dei pendolari: “Ogni mese ore di ritardo al lavoro”

La linea S13 di Trenord è il principale collegamento utilizzato sull’asse Milano-Pavia per chi vive nelle aree periferiche. Locate Triulzi, Pieve Emanuele e Lacchiarella fra i più esposti ai continui disservizi

Trenord sta investendo molto per migliorare la vita di studenti e lavoratori pendolari e sulla Milano-Pavia sono già cominciati i lavori per il quadruplicamento della linea

Trenord sta investendo molto per migliorare la vita di studenti e lavoratori pendolari e sulla Milano-Pavia sono già cominciati i lavori per il quadruplicamento della linea

Il disagio dei pendolari che ogni giorno si trovano a fare i conti con treni cancellati, ritardi, affollamento e sicurezza. La linea S13 del passante ferroviario è il principale collegamento utilizzato dai pendolari sull’asse Milano - Pavia. E in particolare è il mezzo di trasporto ottimale per chi vive nei comuni di mezzo, quelli al confine fra le due province.

Parliamo di Locate Triulzi, Pieve Emanuele, Lacchiarella e Siziano che condividono la stazione di Villamaggiore. Il passante ferroviario per questi comuni è un bene prezioso che da quando è stato istituito, circa dieci anni fa, ha cambiato usi e abitudini di vita dei pendolari. Ma quando saltano le corse i disagi si fanno sentire.

“Per noi questo treno è un bene prezioso - Alessandro Rizzi -, ma il problema grosso sono i ritardi che spesso arrivano a 20-30 minuti. Capita che i treni vengano cancellati oppure le corse vengano limitate a Rogoredo e in questo modo resta scoperta la tratta fino a Pavia. Se un treno viene interrotto a Rogoredo tutti i passeggeri devono scendere e attendere il successivo che passa 30 minuti dopo e questo vuol dire viaggiare stipati come sardine”. E quando salta una corsa i tempi per raggiungere casa o il lavoro raddoppiano e triplicano.

“Viviamo in questa situazione perché il treno ogni giorno è in ritardo di pochi minuti a volte di mezz’ora e questo vuol dire che dobbiamo prendere l’auto per andare al lavoro. Ed è assurdo perché questo accade almeno quattro o cinque volte al mese”, spiega Gianluigi Combi. Per Antonella Liccardo, pendolare da anni, se salta una corsa per arrivare al lavoro ci mette anche due ore, “fortunatamente ho la flessibilità - spiega Antonella -, ma comunque le ore vanno recuperate e questi ritardi scombussolano la vita privata. Non c’è mai la certezza di poter andare a fare una visita medica. Se salta un treno torna a casa con un’ora di ritardo e uno non ha più il tempo di fare nulla”.

Chi dovrà soffrire ancora pochi mesi è Lorella Viganò, prossima alla pensione: “La vita da pendolare è piena di disagi anche se fino a qualche tempo fa le cose andavano meglio. Ora speriamo che con il raddoppio della linea le cose migliorino, ne beneficeranno studenti e lavoratori. I lavori sono cominciati, ma finiranno nel 2026 e io sarò già in pensione”.

Trenord infatti sta investendo molto per migliorare la vita dei pendolari e sulla Milano - Pavia sono già cominciati i lavori per il quadruplicamento della linea.