ANDREA GIANNI
Cronaca

Anziani truffati da finti pm: "Paga o son guai". Pure un prete tra le vittime

C’è chi ha sborsato fino a 69mila euro

Truffa agli anziani (foto di repertorio)

Milano, 25 marzo 2018 - Si spacciavano a volte per funzionari del Tribunale, altre addirittura per il procuratore di Varese o di Roma. Tempestavano le vittime di telefonate, spiegando che avrebbero dovuto versare somme di denaro per «non mettersi nei pasticci, ed evitare procedimenti penali» a loro carico dopo aver cercato di disdire abbonamenti a false riviste delle forze dell’ordine. E riuscivano a farsi consegnare migliaia di euro - in un caso quasi 69mila euro in diverse tranche - sfruttando la buona fede e l’ingenuità dei malcapitati, spesso persone anziane. Per la banda di truffatori, con base a Milano, sono arrivate condanne da due anni e mezzo a cinque anni e mezzo di carcere inflitte nei giorni scorsi dal gup di Milano Stefania Pepe nel processo con rito abbreviato, con lo sconto di un terzo della pena. Sono cinque gli episodi contestati, avvenuti in diverse parti d’Italia. Tra le vittime anche un sacerdote residente in provincia di Perugia e un bergamasco di 88 anni, il più anziano.

Proprio dalla denuncia presentata dal religioso il 4 novembre 2016 sono partite le indagini, che l’anno scorso hanno consentito di arrestare i sei componenti della banda con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata ai reati di truffa e di sostituzione di persona, ricostruendo il loro modus operandi anche attraverso l’intercettazione di alcune delle telefonate e le testimonianze delle vittime. Ai vertici un 36enne residente a Milano e di origine marocchina, Ibrahim Mabrouk Ragab Walaa, e il coetaneo Antonio Cagnazzo, anche lui residente a Milano. Sono stati condannati rispettivamente a 5 anni e 6 mesi e a 4 anni e 8 mesi di reclusione. Condannati anche tre presunti complici, tutti italiani, mentre la sorella di uno degli imputati, che secondo l’accusa si occupava di procurare le carte ricaricabili per i versamenti di denaro, è stata assolta.

Una banda che, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nel giugno 2017, aveva stretto «un solido patto volto a lucrare sulla fragilità e debolezza psicologica di persone anziane» creando un’organizzazione che «ha assunto carattere propriamente professionale» e consentiva loro di incassare grosse somme di denaro. Il sacerdote umbro avrebbe versato sulle loro carte oltre 30mila euro. Le altre quattro vittime (tra cui il bergamasco di 88 anni, indotto anche a consegnare oltre cinquemila euro in contanti a una persona che si è presentata a casa sua) hanno pagato in diverse tranche quasi 69mila euro, 27mila euro, 18mila euro e 31 mila euro. Vittime terrorizzate dai guai giudiziari che, sostenevano i truffatori, si sarebbero abbattuti su di loro dopo aver disdetto gli abbonamenti alle riviste.