FABRIZIO LUCIDI E NICOLA PALMA
Cronaca

L'arbitro Paolo Casarin truffato al telefono e derubato “in diretta”: il commando in casa, le minacce alla moglie

Milano, la trappola dei banditi all’ex fischietto di Serie A: “Venga in ufficio, c’è un verbale da ritirare”. Lui trattenuto al cellulare per 30 minuti mentre gira in auto, i ladri gli svaligiano casa: 40mila euro in soldi e gioielli

Paolo Casarin

Paolo Casarin

Milano – Una versione “rivisitata” della truffa del finto incidente stradale con parente nei guai. Una delle varianti adottate dalle bande di professionisti che quotidianamente mettono nel mirino gli anziani per derubarli. Stavolta nella trappola sono finiti l’ex arbitro internazionale di calcio e opinionista televisivo Paolo Casarin e la moglie, ingannati dai telefonisti e depredati dagli “operativi” di soldi e gioielli per un valore complessivo di circa 40mila euro.

Stando a quanto risulta al Giorno, l’ottantaquattrenne ha presentato denuncia ai carabinieri della stazione di San Donato Milanese la sera del 27 agosto, a poche ore dal raggiro andato in scena qualche ora prima. La ricostruzione ci riporta al pomeriggio di dodici giorni fa. Casarin riceve una telefonata da una persona che si spaccia per militare, che gli spiega che c’è un verbale urgente da ritirare, legato in qualche modo a un incidente che avrebbe visto coinvolto il figlio come conducente dell’auto che ha investito qualcuno.

A quel punto l’ex arbitro, che debuttò nel massimo campionato nel 1971 e che tra il 1990 e il 1997 ha ricoperto anche l’incarico di designatore dei fischietti delle partite di Serie A e B, si mette in macchina e si dirige verso il centro di San Donato, seguendo passo dopo passo le indicazioni dell’interlocutore. Di tanto in tanto, cade la linea, ma la nuova chiamata arriva immediatamente: è la tecnica che i truffatori usano abitualmente per non interrompere mai il dialogo con il loro bersaglio di giornata, con l’obiettivo di impedirgli di provare a contattare il familiare coinvolto nel fantomatico incidente.

Casarin continua a girare in auto per una trentina di minuti, assecondando le indicazioni di chi sta dall’altro capo del telefono. A un certo punto, all’ennesimo ritardo del presunto ufficiale giudiziario che dovrebbe consegnargli l’atto urgente, l’ottantaquattrenne si spazientisce e interrompe la chiamata, forse dopo aver intuito che c’è qualcosa che non va in quella strana e infinita trafila. Così decide di tornare a casa, ma lì trova la brutta sorpresa. Sì, perché nel frattempo qualcun altro si è presentato alla porta dell’abitazione per pressare la moglie e spingerla a radunare in fretta e furia tutto quello che di prezioso ha in casa.

La donna, comprensibilmente frastornata e spaventata dall’improvvisa irruzione dello sconosciuto, esegue gli ordini e consegna denaro e monili d’oro, sperando che quella somma basti a risolvere i problemi del figlio. Che in realtà sta benissimo e non è stato coinvolto in alcuna bega legale. A Casarin non resta altro da fare che recarsi dai carabinieri (quelli veri) per sporgere querela per truffa. Le indagini degli investigatori dell’Arma partiranno quasi certamente dall’analisi approfondita delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate vicino all’abitazione della coppia e lungo il tragitto percorso in macchina dall’ex arbitro.

Gli occhi elettronici potrebbero aver immortalato il volto dell’uomo che materialmente ha preso in consegna la refurtiva, nonché la via di fuga; i filmati potrebbero essere utili pure per individuare la persona che verosimilmente ha seguito gli spostamenti di Casarin per essere sicura che non fosse di ritorno a casa prima del previsto.