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Il ministro Guido Crosetto è totalmente estraneo alla vicenda e parte offesa
Milano – La modalità è sempre la stessa: prima scelgono una vittima ricca e facoltosa, poi la chiamano al telefono fingendosi collaboratori del ministro della Difesa Guido Crosetto – o camuffando direttamente la sua voce con l’intelligenza artificiale – e infine le chiedono ingenti somme di denaro. È questa la tecnica usata da un gruppo di truffatori finito nel mirino della Procura di Milano, che ha già allargato le indagini in tutta Italia.
Sono almeno due le denunce pervenute finora agli uffici dei pubblici ministeri: uno dei due sarebbe un imprenditore amico personale di Crosetto il quale avrebbe fatto un bonifico di circa un milione di euro. Tre le menzogne usate per convincere le vittime ad effettuare i pagamenti, i truffatori avrebbero detto che “ci sono dei soldati prigionieri da liberare pagando un riscatto”. La vittima, tiene a precisare la Procura, non opera nei settori legati agli ambienti militari.
La reputazione di Crosetto
Il ministro Crosetto è totalmente estraneo alla vicenda e parte offesa. I malviventi hanno hanno usato la reputazione del politico di Fratelli d’Italia, notoriamente fedelissimo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per convincere le potenziali vittima a sborsare decine di migliaia di euro. L’indagine, affidata ai carabinieri, è coordinata dal pubblico ministero Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola: l’ipotesi di reato è truffa aggravata dal danno di rilevante entità e sono in corso delle attività per cercare di bloccare i trasferimenti di denaro.
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Obiettivi “mirati”
Secondo gli inquirenti, anche in questo momento il gruppo criminale starebbe contattando le potenziali vittime in diverse parti d’Italia. Si tratta sempre di professionisti, imprenditori o persone con grandi patrimoni, spesso conosciute personalemente dal ministro: cioè obiettivi “mirati” e notoriamente in grado di sborsare cifre notevoli.
Tre imprenditori, in particolare, sarebbero stati contattati da persone che si fingevano lo stesso ministro, un generale oppure un sedicente funzionario della Difesa. Persino le loro voci sarebbero state “copiate” usando un programma di intelligenza artificiale che è in grado di riprodurre la voce di un’altra persona.
Il racconto di Crosetto
Il ministro della Difesa ha scritto su X (ex Twitter) ha ricostruito la vicenda, partendo proprio dalla segnalazione di un amico imprenditore. L’uomo, spiega Crosetto, mi ha chiesto “perché la mia segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare. Gli dico che era assurdo, avendolo io, e che era impossibile. Verifico per sicurezza e mi confermano che nessuno lo ha cercato”.
Nei giorni successivi continuano episodi simili, si viene a sapere che anche di un altro imprenditore che aveva fatto un bonifico ad un conto su richiesta proprio del ministro e di un sedicente generale. “Mercoledì sera accade una cosa simile, sempre un grande imprenditore contattato da un sedicente funzionario del ministero della difesa, Giovanni Montalbano, che chiedeva il cellulare del padre. Oggi è accaduto altre due volte. Di tutto sono informati magistratura e Carabinieri ma preferisco rendere pubblici i fatti perché nessuno corra il rischio di cadere nella trappola”.