Cinque ospedali del Gruppo San Donato, imputati per una presunta truffa ai danni di Regione Lombardia con al centro i rimborsi su protesi e farmaci acquistati da alcune multinazionali, hanno patteggiato una pena pecuniaria di 200 mila euro ciascuno.
Otto persone, tra cui Nicola Bedin, allora ad pro-tempore dell’ospedale San Raffaele e ora presidente di Snam e le multinazionali Novartis e Bayer sono state invece mandate a processo.
Il dibattimento si aprirà il prossimo 14 luglio davanti al tribunale. Lo ha deciso ieri il gup Giulio Fanales, che ha accolto sia le istanze di patteggiamento delle cinque strutture ospedaliere - altre tre sono state prosciolte in quanto nei loro casi i vantaggi patrimoniali derivanti dal raggiro sarebbero stati minimi - sia la richiesta della messa alla prova di uno degli imputati concordate con il pm titolare dell’inchiesta, Paolo Storari.
Il gruppo San Donato ha offerto alla Regione un risarcimento complessivo di 22 milioni di euro che si aggiungono ai 10 già versati in passato.
In pratica, per l’accusa, gli ospedali del Gruppo avrebbero anche acquistato "da vari fornitori endoprotesi a prezzi di mercato" e si sarebbero fatti "rimborsare da Regione Lombardia il costo sostenuto per l’acquisto", salvo poi omettere di comunicare alla Regione la scontistica applicata dai fornitori "a seguito del raggiungimento di alcuni obiettivi di acquisto" tramite apposite "note di credito". Un meccanismo sofisticato sul quale sono ancora in corso accertamenti, conclusi invece per quanto riguarda la presunta truffa sui farmaci.
La maxi transazione da 22 milioni di rimborso venne offerta in cambio del dissequestro dei 34.7 milioni di euro finiti sotto sigilli il 10 dicembre scorso. Le cifre maggiori che torneranno in possesso degli ospedali del gruppo sono quelle del Policlinico San Donato (10 milioni) e del Galeazzi (9 milioni).
Re.Mi.