Milano, 26 settembre 2024 – Il gran cuore di Oksana Moroz. La modella e imprenditrice ucraina truffata vince in tribunale e si dichiara pronta a devolvere il risarcimento in beneficenza, a favore dei bambini del suo Paese, alle prese da oltre due anni e mezzo con le conseguenze dell’invasione russa e l’orrore della guerra.
La sentenza
La Corte d'Appello di Milano ha confermato oggi, giovedì 26 settembre, la sentenza del Tribunale nei confronti di Marilena Pizzuto, tra i chirurghi estetici in voga tra i vip, e nei confronti del marito Santo Gentilcore, imputati per truffa. Diventano esecutivi, quindi, le pene di due anni e mezzo e, soprattutto il risarcimento di tre milioni di euro.
Secondo l'accusa i due medici, avrebbero ingannato la modella, diagnosticandole, tra il 2016 e il 2018, una sclerodermia, una grave malattia della pelle, in realtà inesistente per spingerla a curarsi con una terapia innovativa. Terapia per la quale è stata sottoposta a 22 interventi per un costo di quasi 4 milioni, per sostituire i muscoli danneggiati con tessuti riprodotti in laboratorio con il suo stesso Dna.
Il raggiro
In realtà, in base alle imputazioni, si sarebbe trattato solo di un miscuglio di vitamine, minerali e collagene acquistabili in farmacia. Da qui le indagini e il processo per truffa nei confronti dei due medici, che tra i clienti avrebbero avuto anche la pop star Madonna.
Stamane dopo la lettura del dispositivo con cui i giudici Rizzardi-Corbetta-Centonze hanno confermato la sentenza di primo grado alla presenza anche del console generale dell'Ucraina Andrii Kartysh, l'avvocato Piero Porciani, legale di Oksana Moroz ha spiegato: "abbiamo già disposto il pignoramento su molti beni dei due medici. Con la mia assistita abbiamo deciso che la cifra del risarcimento verrà devoluta in favore dei bimbi ucraini orfani di guerra”.
La modella, raggiunta al telefono, ha espresso la sua soddisfazione. Dopo il deposito delle motivazioni, previsto in 30 giorni, è molto probabile che i due imputati, i quali hanno sempre respinto ogni addebito, presentino ricorso in Cassazione.