ANNA GIORGI
Cronaca

Mutuo soccorso “investito” in bella vita: sequestrati 16,3 milioni agli indagati

Fondi sottratti alla società Cesare Pozzo con false assunzioni e pagando beni di lusso con le carte di credito aziendali

La Guardia di Finanza ha sequestrato ai sei indagati beni per oltre 16,3 milioni

Milano - Negozi di lusso e nightclub, favori agli amici e agli amici degli amici. Privilegi "comperati" stavolta con i proventi della maxitruffa sulla storica società di mutuo soccorso Cesare Pozzo, attiva dal 1877, su cui la ’ndrangheta aveva messo occhi e mani. A seguito di questa inchiesta il nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano ha eseguito sei misure di custodia cautelare domiciliare e la interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività d’impresa. Ai domiciliari è finito Armando Messineo, ex presidente della società operante nel campo della mutualità sanitaria integrativa, e domiciliari con braccialetto elettronico sono stati disposti per l’ex direttore generale Ferdinando Matera. Agli arresti domiciliari anche altre quattro persone (Fausto Lopez, Marco Reviglio, Christian Madeo e Mirko Faga) mentre la misura interdittiva è stata inflitta al francese Luc Roger.

Nell’inchiesta della Procura – i reati contestati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, false comunicazioni sociali e appropriazione indebita – è indagato anche l’uomo d’affari Gianluigi Torzi, già coinvolto nell’inchiesta vaticana su un palazzo a Londra. "L’ombra della ‘ndrangheta sulla società – dice il procuratore Francesco Greco – spiega come tra i beneficiari del denaro distratto, oltre al presidente e al direttore generale pro tempore, ci sia un nutrito numero di soggetti, tutti residenti in Calabria, titolari di aziende formalmente operanti nel settore edile, alcuni dei quali risultati contigui ad ambienti della criminalità organizzata locale". Nell’inchiesta ci sono anche i cosiddetti “mafia bond” certificati di credito sulla sanità calabrese.

La Finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo da oltre 16,3 milioni di euro nei confronti degli indagati, tra cui Torzi. "Sono state rilevate altre condotte distrattive a danno della “Fondo Salute“ – si legge ancora nelle carte - la prima società cooperativa europea per la salute e la tutela sociale, nata nel 2009 da un’alleanza tra la Cesare Pozzo e il gruppo mutualistico francese Harmonie Mutuelle, realizzate mediante reiterati utilizzi di carte di credito aziendali per il pagamento di beni di lusso e di spese voluttuarie, nonché attraverso la fittizia assunzione di personale legato agli indagati". Le assunzioni contestate riguardano giovani donne alle quali non corrispondevano ruoli precisi, ma solo stipendi precisi e spese importanti "in negozi a cinque stelle", è scritto nel provvedimento. E ancora: "Sarebbero state assunte nelle fila della Cesare Pozzo, della Fondo Salute e di altre società controllate, donne affettivamente legate a Matera e, in ragione di prestazioni di lavoro impalpabili, o del tutto inesistenti, non caratterizzate da una reale esigenza lavorativa".