MILANO – I pirati del trading online gettano le loro reti sui social, sfoggiano Lamborghini, abiti firmati e appartamenti a Dubai. Vantano clienti vip che a loro dire hanno moltiplicato il patrimonio grazie ai loro consigli e alle alchimie delle criptovalute, arrivano a falsificarne la voce con programmi di intelligenza artificiale sfruttandoli come testimonial a loro insaputa. I falsi promotori finanziari agganciano così le vittime e le spogliano dei risparmi con schemi che si ripetono sempre uguali, mentre un fiume di denaro finisce su conti correnti esteri, impossibile da recuperare quando il sogno si scontra con la realtà e scattano le denunce. A quel punto i sedicenti maghi della finanza diventano fantasmi, e il loro telefono resta muto.
Quelle legate agli investimenti sono le tipologie di truffe online che nell’anno che si è appena concluso hanno registrato il maggiore incremento, come emerge dagli ultimi dati della Polizia postale e dall’ultimo rapporto Clusit, una delle ricognizioni più attendibili e aggiornate sulle trappole della rete. I raggiri sul trading rappresentano ormai il 48%, quasi la metà, del totale delle truffe online registrate in Lombardia nel corso del 2024. Sono tra le poche modalità in aumento (in generale nel 2024 le frodi informatiche hanno subito una contrazione) con un +68% nel primo semestre dell’anno scorso rispetto allo stesso periodo del 2023.
La Polizia postale, nei sei mesi presi in esame, ha ricevuto 369 denunce in Lombardia, in media due al giorno, per un totale di 14.120.326 euro sottratti. Facendo una stima sull’intero anno, quindi, il tesoro finito nelle tasche dei truffatori potrebbe superare i 30 milioni di euro. E la Lombardia, prima regione d’Italia per numero di denunce seguita dall’Emilia Romagna, sul fronte delle somme sottratte è preceduta solo dal Lazio, dove i truffatori hanno incassato in 6 mesi 16,7 milioni di euro. Numeri che sono solo la punta dell’iceberg, perché non comprendono le denunce presentate ad altre forze dell’ordine e le tante frodi che non vengono segnalate, a volte per la vergogna di aver dilapidato i risparmi.
L’identikit delle vittime è variegato: comprende donne e uomini, persone di tutte le età, lombardi facoltosi o piccoli risparmiatori che iniziano a investire somme minime fino a quando la situazione sfugge al controllo e gli importi aumentano. È caduta nella rete anche una scrittrice milanese di 82 anni, che è arrivata a investire in bitcoin oltre 880mila euro, riponendo la sua fiducia in un consulente che l’ha contattata al telefono approfittando di fragilità e solitudine. Era “amichevole, disponibile e confidenziale”, ha spiegato nella denuncia in Procura presentata lo scorso novembre attraverso lo studio legale International Lawyers Associates e gli avvocati Valentina Miceli e Alexandro Maria Tirelli.
Il falso promotore finanziario le ha fatto installare l’applicazione, l’ha fatta entrare nella piattaforma di trading e a quel punto sono iniziati i versamenti, portando come riscontro report che simulavano guadagni in realtà inesistenti. Per rendere più credibile la recita, l’anziana ha ricevuto anche un bonifico di 507 euro, presentato come il “primo gain”. Quando i risparmi si sono assottigliati, hanno anche cercato di convincerla a vendere immobili di proprietà. Infine la donna si è confidata con un amico, è venuto alla luce il raggiro e i consulenti finanziari si sono volatilizzati. Quelle telefonate che “facevano compagnia” da un giorno all’altro hanno smesso di arrivare. Casi che dimostrano il lavoro ancora da fare nel campo della prevenzione, e la difficoltà dei controlli su chi promuove investimenti senza un’autorizzazione della Consob. “È essenziale promuovere la prevenzione – avvisa la Polizia postale nel rapporto 2024 – attraverso una costante attività di informazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini, specie quelli più vulnerabili”.