Milano, 1 dicembre 2024 – Milano si avvicina sempre più a Venezia, per quanto riguarda i flussi turistici: nel 2023, anno da incorniciare per le presenze, sotto la Madonnina si sono registrati circa 12,5 milioni di visitatori. Un terzo posto nella classifica delle mete italiane, che vede Roma in testa e Venezia seconda con numeri (12,6 milioni di presenze) di poco superiori a quelli milanesi. Firenze, intanto, è già sorpassata. Gli ultimi dati Istat, in particolare, certificano la crescita costante dell’attrattività di Milano. Con un corollario di problemi irrisolti, legati all’overtourism e alla diffusione degli affitti brevi.
Il blitz in programma
Oggi, alle 16, è previsto un nuovo blitz del movimento milanese “Chiediamo casa“, che riunisce comitati, sindacati, studenti e associazioni per portare avanti, in particolare, tre richieste: la rimozione dei lock box dallo spazio pubblico urbano, già al centro di una stretta annunciata dal Comune contro le cassette di sicurezza per le chiavi in luoghi pubblici; la limitazione dei alloggi turistici; un tetto agli affitti per più case accessibili. “Milano conta circa 25mila annunci su Airbnb, piattaforma che permette ai proprietari di mettere in affitto la propria abitazione per brevi periodi di tempo – spiega il movimento –. La metà degli annunci è gestita da multiproprietari o da società di servizi di intermediazione immobiliare per conto terzi. E mentre le istituzioni stanno a guardare, Milano si riduce ad un parco giochi per turisti togliendo a intere categorie sociali opportunità di residenza”.
Adesivi di protesta
Oggi, quindi, verranno consegnati ai passanti set di adesivi “contro overtourism e gentrification” da applicare sui lock box in città, gesto simbolico nell’ambito di una campagna di protesta che sta attraversando diverse città europee. “La richiesta di abitazioni in affitto è cresciuta esponenzialmente – sottolinea il movimento – al netto di una contrazione dell’offerta di case e stanze a lungo termine e al relativo aumento dei canoni medi di circa il 20% (con picchi fino al 40% nelle zone centrali). In questo scenario crescono i rischi di espulsione dalla città per famiglie a medio-basso reddito, studenti e studentesse, lavoratrici e lavoratori sia perché non possono più permettersi di abitare in città sia perché non trovano un alloggio adeguato o disponibile”.
Il caso Airbnb
Intanto Airbnb ha presentato nei giorni scorsi una sua piattaforma di proposte, che punta a “un quadro normativo nazionale per gli affitti brevi che permetta alle città storiche di applicare regole proporzionate e mirate, laddove vi sia una chiara necessità, e una serie di iniziative concrete per uno sviluppo sostenibile del settore turistico”. L’anno prossimo, intanto, potrebbero essere messe al bando a Milano le cassette di sicurezza per le chiavi in luoghi pubblici, attraverso il nuovo regolamento delle polizia locale che dovrebbe approdare in Consiglio comunale nei primi mesi del 2025.