"Una ragazza piena di vita piena di energia, determinata, tosta. Un collante un po’ della famiglia, non si perdeva mai un appuntamento" così ai microfoni di Storie Italiane su Rai1 con Eleonora Daniele, zia Alexandra descrive la nipote Sofia Castelli, ventenne uccisa con otto coltellate dal fidanzato Zakaria Atqaoui reo confesso all’alba del 29 luglio 2023.
La Corte d’assise lo scorso aprile ha condannato il giovane fidanzato a 24 anni di detenzione, nonostante la richiesta da parte della procura fosse l’ergastolo con aggravanti quali la premeditazione e i futili motivi. Dopo aver manifestato la volontà di rinunciare a ricorrere contro la sentenza, Atqaoui ha presentato ricorso nell’ultimo giorno possibile. Il difensore di Atqaoui vuole arrivare a una riforma del verdetto di primo grado, andando a intaccare la premeditazione (che sostiene non esserci stata) e la sussistenza dei futili motivi. L’avvocato sostiene che non sempre "la gelosia costituisce motivo abietto e futile"."Siamo insoddisfatti della sentenza di primo grado", commenta Alexandra. "Non tenere conto della premeditazione è ridicolo, perché ci sono i fatti, le carte nei fascicoli parlano di lui che si mette nell’armadio, cambia i vestiti prendendone di puliti, afferra un coltello e l’aspetta nascosto". "Ho letto l’appello e ci sono un sacco di errori, proprio come se l’avvocato non avesse avuto il tempo di leggere tutti i fascicoli", spiega la donna. "Dice che lui avrebbe agito d’impulso e ha avuto il coraggio di contestare che non è certo che abbia preso il coltello da casa, quando è proprio Zakaria ad averlo dichiarato, aggiungendo che ha anche pensato che non fosse adatto allo scopo per la punta smussata e l’avrebbe cambiato, non so in che modo si possa contestare la premeditazione".
"La famiglia deve già vivere il dolore dato dalla mancanza di Sofia", conclude "e si ritrova costretta a dover subire anche il dolore di vedere la difesa di questi assassini che quasi cerca di far passare loro come vittime. Come nel caso di Giulia Cecchettin, seguono la stessa strategia di difesa: puntano alle attenuanti, non fanno la richiesta della perizia psichiatrica, si tende a giustificare questi atti e questo non è accettabile".
Secondo quanto ricostruito nell’inchiesta e durante il processo, la sera del 28 luglio 2023 Zakaria Atqaoui, ex fidanzato definitivamente respinto dalla ragazza, entrò di nascosto in casa (forse usando un mazzo di chiavi sottratto il giorno prima) mentre Sofia era in discoteca con gli amici. La ventenne rientrò all’alba con l’amica Arianna, che andò a dormire in un’altra stanza e non sentì nulla. Solo la mattina dopo l’atroce scoperta.
Claudia Cangemi