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Uccisa come mia sorella Simona Beccalli: "Lei sarà un simbolo a difesa delle donne"

Ha rivissuto l’incubo di tre anni fa: se ancora un essere umano è arrivato tanto qualcosa è cambiato in peggio nel nostro mondo.

Uccisa come mia sorella  Simona Beccalli:  "Lei sarà un simbolo  a difesa delle donne"

Uccisa come mia sorella Simona Beccalli: "Lei sarà un simbolo a difesa delle donne"

C’è una persona per la quale Giulia Tramontano è già un simbolo. È Simona Beccalli, sorella di Sabrina, la donna che ha concluso un viaggio nella vita durato soltanto 39 anni la notte di Ferragosto di tre anni fa, a Crema. Per la morte di Sabrina, Alessandro Pasini, oggi 48enne, l’amico che era con lei in quell’ultima notte, dopo essere stato assolto in primo grado a Cremona, è stato dichiarato colpevole dalla Corte d’Assise d’appello di Brescia e condannato a diciotto anni e otto mesi di carcere. "Come tutti – dice Simona, cercando di dominare una commozione montante –, sono profondamente sconvolta per la morte di Giulia e del bambino che portava dentro di sé, si sarebbe dovuto chiamare Thiago. Per prima cosa voglio dire che Giulia deve essere un simbolo per tutte le donne. Chi l’ha uccisa non ha diritto a nessuna attenuante di fronte alla legge. Se un uomo, un essere umano, è arrivato tanto, vuol dire che c’è qualcosa di cambiato nel nostro mondo, qualcosa che non va. Sono assolutamente vicina alla famiglia e la famiglia deve sapere che Giulia sarà il mio simbolo, la mia bandiera per battermi, per quanto potrò, contro la violenza sulle donne. Sarà un simbolo che mi aiuterà sempre a combattere per la giustizia per Sabrina e per ogni donna".

Perché, Simona, ha voluto parlare, esternare?

"Perché in vita mia non ho mai sentito di un delitto così efferato, così assurdo, così innaturale. Anch’io ho sperato fino all’ultimo, come tutti, che Giulia fosse viva e che ricomparisse. E’ stata uccisa Giulia, è stato ucciso il bambino che portava in grembo. Leggi la notizia di un femminicidio, ti metti le mani nei capelli e dici: ancora un altro. Ma qui è stata uccisa anche una madre. È inconcepibile che si tolga la vita a una donna che è in attesa di un bambino, un bambino che aveva tutto il diritto di vivere. Penso all’altra mamma, quella di Giulia, che certamente aspettava di diventare nonna e per questo era felice".

In cosa sono vicine la tragedia di Giulia e quella di sua sorella?

"Chi l’ha uccisa ha tentato di bruciare il corpo di Giulia. Quello di Sabrina è stato messo nella sua auto che è stata incendiata. Ho rivissuto il dramma di mia sorella. Mi sono svegliata questa mattina con la speranza di sentire che avevano trovata Giulia, che era viva e stava bene. Quando è stata trovata l’auto di Sabrina e lei era scomparsa, ho spento la televisione perché temevo di sentire una brutta notizia. Poi sono stata in prima linea nelle ricerche".

Ritiene che Sabrina, oggi, abbia avuto giustizia?

"Spero che il responsabile vada in carcere. Allora, forse, sarà fatta giustizia e potrò andare in giro senza la paura di incontrarlo".

Gabriele Moroni