Uccise il marito: raggiunto un accordo economico col padre della vittima

Lucia Finetti è stata condannata in appello a 22 anni di reclusione per l'omicidio volontario di Roberto Iannello

Lucia FInetti

Lucia FInetti

Milamo – Lucia Finetti, condannata in appello a 22 anni di reclusione per l'omicidio volontario del marito Roberto Iannello, ha raggiunto un “accordo economico” con le parti civili e in particolare con il padre della vittima. Per questo la Corte di Assise d'Appello di Milano le ha riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti all'aggravante del vincolo coniugale, facendo cadere la pena dell'ergastolo che le era stata inflitta in primo grado.

La 51enne, accusata di avere ucciso l'uomo con 14 coltellate il 21 giugno 2021 dopo una lite in auto nel quartiere Baggio di Milano, come scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza, “ha dato mostra di non aver compreso il disvalore di quanto perpetrato, cercando - ancora a distanza di tre anni dal fatto - un comodo rifugio nella colpevolizzazione della vittima”. Respinta la richiesta dell'attenuante del vizio parziale di mente, in quanto la perizia psichiatrica eseguita in primo grado, che aveva ritenuto Finetti capace di intendere e volere, era stata disposta “per scrupolo e accuratezza”. In merito a questo aspetto la Corte presieduta da Ivana Caputo ricorda anche la testimonianza di una psicologa del carcere San Vittore di Milano, dove da tre anni è detenuta Finetti, che aveva individuato sintomi di un disturbo post-traumatico da stress. Una diagnosi, secondo i giudici, “davvero singolare”, formulata sul “falso ricordo” di essere stata aggredita dal marito ed aver dovuto difendersi.

Nella sentenza si osserva che non sono mai sussistiti “(seri) dubbi (diagnostici) di imputabilità, proprio e persino analizzando le dichiarazioni” della psicologa del carcere. La professionista, peraltro, è una delle quattro psicologhe indagate per falso e favoreggiamento nel secondo filone del caso di Alessia Pifferi aperto dal pm Francesco De Tomassi.