ANDREA GIANNI
Cronaca

Uccise la vicina, 25 anni di carcere: "Non doveva essere in libertà"

La rabbia della sorella della vittima: "Era pericoloso ma non c’erano posti nelle Rems, chi è responsabile?"

Marta Di Nardo aveva 60 anni Viveva nelle case Aler in via Pietro Da Cortona

Marta Di Nardo aveva 60 anni Viveva nelle case Aler in via Pietro Da Cortona

C’è un punto, di fondamentale importanza, che mette d’accordo la difesa di Domenico Livrieri e la parte civile, la sorella della vittima, Marta Di Nardo. Quando uccise la vicina di casa, nell’ottobre 2023, l’uomo avrebbe dovuto trovarsi in una Rems, un ex ospedale psichiatrico giudiziario, anche in ragione della sua pericolosità sociale. Non avrebbe dovuto essere in libertà, ma per lui non c’era posto nelle strutture. "È stato lasciato nelle condizioni di agire – spiega l’avvocato Roberto Pinazzi, legale della parte civile – e per questo le responsabilità andrebbero cercate anche in altri livelli". Livrieri, ieri, è stato condannato a 25 anni di carcere per aver ammazzato e fatto a pezzi la 60enne Marta Di Nardo, nascondendo poi il cadavere in una botola sopra la porta della sua cucina in un palazzo Aler in via Pietro Da Cortona. Per l’uomo, con problemi psichici e seminfermità mentale riconosciuta da una perizia della Corte d’Assise, il pm Leonardo Lesti aveva chiesto una condanna a 25 anni, applicando le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti. Richiesta accolta dai giudici, che hanno disposto anche il ricovero in una Rems per 5 anni a pena espiata e una provvisionale di 20mila euro per la parte civile, come anticipo del risarcimento da liquidare in sede civile. Il difensore di Livrieri, l’avvocato Diego Soddu, dopo aver ricostruito anni di disagi e "ossessioni" si è appellato alla Corte d’Assise chiedendo di "giudicare con compassione", perché "questo delitto non ha radici in un contesto criminale ma in un contesto di disagio sociale". Livrieri, da tempo, "gridava aiuto per farsi ricoverare".

Nel 2021 era stato arrestato per violenza sessuale e lesioni, e poi scarcerato dopo un tentativo di suicidio. Era stato disposto il suo passaggio in una Rems, ma il provvedimento era rimasto ineseguito per la cronica carenza di posti. È stato lasciato libero, fino a quando ha ucciso la vicina 60enne, si è impossessato del suo bancomat ed è andato a prelevare 70 euro, nascondendo in casa il corpo fino al macabro ritrovamento.