STEFANIA TOTARO
Cronaca

Uccise l’aresino Marco Magagna. Stella Boggio resta ai domiciliari. Ma l’accusa è omicidio volontario

La giovane accoltellò al cuore il compagno. La Procura aveva chiesto il ritorno in carcere. La decisione del Riesame: ha manifestato senso di colpa e i genitori possono controllarla.

Stella Boggio deve rispondere dell’omicidio del compagno Marco Magagna

Stella Boggio deve rispondere dell’omicidio del compagno Marco Magagna

"Ha agito con una furia elevata, tanto da scagliare il grosso coltello per colpire il cuore del suo compagno" che, in un precedente litigio, aveva già ferito con una lama, colpendolo alla mano, con la promessa che "alla prossima occasione lo avrebbe ammazzato". Una "evidente finalità aggressiva" che, per il Tribunale del Riesame di Milano, integra l’accusa di omicidio volontario aggravato e non di eccesso colposo in legittima difesa per Stella Boggio, la trentatreenne di Bovisio che ha ucciso il compagno, il trentottenne impiegato di Arese Marco Magagna, dopo l’ennesima lite avvenuta la notte dell’Epifania nella mansarda di lei, dove la coppia viveva.

Ma per i giudici la donna può restare ai domiciliari. "L’aggressività della Boggio si è manifestata nell’ambito del rapporto di coppia con il Magagna" caratterizzato da "reciproci episodi di aggressione verbale e fisica" e visto che "è ormai uscita da una relazione affettiva insana, dalla quale non riusciva ad autotutelarsi e autocontrollarsi, emergono elementi per ritenere che la misura dei domiciliari sia idonea a evitare future occasioni delittuose", si legge.

Secondo il Riesame la giovane, incensurata, anche se con un precedente di polizia per rissa, madre di un bambino di 9 anni, "ha manifestato in carcere un evidente senso di colpa e si trova ai domiciliari a casa dei genitori, che possono esercitare una capacità di controllo delle sue fragilità".

A presentare ricorso ai giudici della libertà era stata la Procura di Monza dopo che il gip, pur ritenendo la donna "pericolosa", le aveva concesso i domiciliari sostenendo che avesse agito per eccesso colposo in legittima difesa. Per il pm Alessio Rinaldi e il procuratore Claudio Gittardi, che chiedevano il ritorno in carcere di Stella Boggio, sussiste invece il "dolo eventuale" nel reato di omicidio volontario aggravato perché c’era stata una grande sproporzione tra il pericolo che la donna correva nel momento in cui il compagno l’ha buttata a terra e il mezzo da lei utilizzato per reagire. Circostanza condivisa dal Riesame, secondo cui la Boggio non riferisce che, dopo essere stata schiaffeggiata e buttata a terra "sia stata stretta in un angolo, con il Magagna che le impediva di allontanarsi e ha escluso che il compagno avesse cercato di toglierle il coltello dalla mano", anzi "alla vista del coltello l’uomo si è allontanato".