DAVIDE FALCO
Cronaca

"Ucciso dalla mafia, ma almeno Peppino ha ottenuto giustizia e verità"

Mafia, antimafia, amicizie e speranze. Sono gli elementi emersi dalla serata pubblica al teatro comunale, con la presenza di...

Mafia, antimafia, amicizie e speranze. Sono gli elementi emersi dalla serata pubblica al teatro comunale, con la presenza di...

Mafia, antimafia, amicizie e speranze. Sono gli elementi emersi dalla serata pubblica al teatro comunale, con la presenza di...

Mafia, antimafia, amicizie e speranze. Sono gli elementi emersi dalla serata pubblica al teatro comunale, con la presenza di Salvo Vitale e Faro Di Maggio (al centro nella foto), compagni di Peppino Impastato a Radio Aut. L’incontro è stato organizzato e moderato da Silvia Gissi, presidente dell’associazione “Peppino Impastato e Adriana Castelli“.

I due compagni storici – e co-fondatori di radio Aut con Impastato – hanno ricreato con le parole, l’atmosfera di fine anni ’70, in cui la mafia era presente e rispettata da tante persone, intimorite da minacce e pressioni psicologiche. E Impastato si è sempre rifiutato, anche per esperienze di vicinanza alla mafia in famiglia, di stare a certi ricatti. Si è sempre opposto. E l’ha pagata. Una sera era atteso in radio e il suo ritardo non giustificato fece pensare al peggio. Gli amici iniziarono a cercarlo a tarda sera ma non lo trovarono. Venne trovato morto dai carabinieri la mattina dopo dilaniato da un esplosivo.

Le prime ricostruzioni dell’accaduto dicevano che Impastato era rimasto ucciso da un’esplosione mentre preparava un attentato a un treno. La tesi non convinse mai Vitale e Di Maggio, che andarono nel luogo in cui venne trovato e scoprirono un fienile pieno di macchie di sangue. Con la mamma di Impastato, Felicia, che non volle più vedere la parte della famiglia del marito, si occuparono in maniera autonoma delle indagini sulla morte del figlio.

Chiedevano verità e non quello che le forze dell’ordine volevano fare credere. Fu un omicidio di mafia. Era la notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 (lo stesso giorno del ritrovamento del corpo di Aldo Moro a Roma) quando una carica di tritolo dilaniò il corpo di Impastato sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, nelle campagne di Cinisi. "Meritava di avere giustizia e che venisse fuori la verità", commentano i due amici che sono andati a parlare del caso Impastato anche in alcune scuole di San Donato, Bollate e a Casa Chiaravalle, un bene confiscato alla mafia.

"Ormai da anni Vitale e Di Maggio portano in tutta Italia la loro testimonianza per la lotta contro la mafia e hanno lodato la commissione antimafia di Novate. “Un esempio per tutti“ è stato il loro commento", conclude Silvia Gissi.

Davide Falco