
La storia pubblicata su Instagram da Carlo Cracco (nel riquadro), vittima degli assalti di Ultima Generazione
Milano – Prima l’ironia: “Per chi viene da noi, non offriamo pasti sospesi, ma tanta pubblicità gratuita quella sì”. Poi l’avvertimento: “Gratuita per il momento”. Carlo Cracco, vittima di tre assalti nel giro di una settimana, per ora tace ma affida ai social una presa di posizione piuttosto chiara.
Il post su Instagram
Sul profilo Instagram sia suo personale che del ristorante Cracco in Galleria, teatro dei blitz di Ultima Generazione, intorno a mezzogiorno di oggi giovedì 27 marzo, all’indomani dell’ultimo raid, è apparsa una storia con queste parole. Secche, bianco su nero senza fronzoli, né immagini né emoticon varie. Il riferimento ai pasti sospesi è la risposta all’invito degli attivisti di Ultima Generazione di offrire, ogni giovedì, un pranzo ai bisognosi, nell’ambito della campagna ‘Il giusto prezzo’ contro le diseguaglianze sociali.
La velata minaccia
Non offro il pranzo ma grazie al mio ristorante nel salotto buono di Milano e al mio status di chef televisivo, offro grande visibilità a voi e ampia risonanza alle vostre battaglie. Questo il succo del Cracco-pensiero che tuttavia, tra l’altro accusato e denunciato di aver rubato lo smartphone a una ragazza impegnata a filmare il blitz, in una postilla tra parentesi lascia intendere che questi raid avranno delle conseguenze. “Gratuita per il momento”, ha scritto lo chef, evidentemente intenzionato a chiedere i danni o comunque a passare alle vie legali, di fronte a tre incursioni nel giro di pochi giorni.
Simbolo suo malgrado
D’altronde Cracco e il suo ristorante sono stati presi in quanto “simbolo” di una certa opulenza e delle diseguaglianze che la sottendono, secondo quanto dichiarato dalla stessa Ultima Generazione. Un po’ come accaduto a Varese con il McDonald’s, che perlomeno è un brand planetario, mentre è piuttosto difficile ritenere un singolo ristorante responsabile della fame del mondo. Tra l’altro per quanto sicuramente non a buon mercato, una cena da Cracco è ben lontana da “costare come l’affitto di un mese”, come sostenuto dai ragazzi nel corso del primo blitz in Galleria. A Milano è tutto caro e quello della casa, bene molto più necessario del ristorante, è uno dei mercati più fuori controllo.
Lusso e povertà
Resta il fatto che se Cracco non è il problema, come riconosciuto dagli stessi attivisti, Cracco e Milano, una certa Milano almeno, sono senza dubbio il simbolo di una ricchezza e di un lusso che, questo si, oggi diventa sempre più difficile tollerare e accettare in un contesto di incertezza diffusa e povertà che avanza. Le tematiche portate avanti da Ultima Generazione non sono campate per aria e interrogarsi su come si vive a Milano fuori dalla Cerchia dei Navigli, cioè su come vive la stragrande maggioranza della popolazione cittadina, è giusto e doveroso. Mettere in croce un professionista che fa il suo lavoro, lo è decisamente meno. Comunque la si pensi su Carlo Cracco, chef e persona.
Ultima Generazione insiste
Venuta a conoscenza della storia Instagram di Cracco, Ultima Generazione ha controreplicato allo chef con una nota stampa in cui lo accusa di “minimizzare la gravità della situazione”. “Ci accusano di fare azioni dimostrative – scrivono gli attivisti – ma la vera spettacolarizzazione è quella di un sistema che permette a pochi di banchettare mentre molti non riescono a riempire il carrello della spesa”. Quindi il nuovo attacco a Cracco, questa volta solo verbale: "Ironizza sul ‘pasto sospeso’? Noi parliamo di un mondo sospeso tra disuguaglianza e collasso climatico. È significativo che scelga di scherzarci su, perché questa è la strategia tipica di chi detiene potere: ridicolizzare e sminuire per evitare un confronto serio. Il nostro tentativo è quello di portare alla cronaca un tema che altrimenti resterebbe assente. E Cracco, invece di cogliere l’occasione per essere una piattaforma e un trampolino per un dibattito importante, decide di ridicolizzare il problema e sminuire la gravità della situazione”.