Milano, 19 marzo 2025 – Blitz degli ecoattivisti di UItima Generazione fuori dal ristorante di Carlo Cracco, in Galleria Vittorio Emanuele II. I militanti, una decina, hanno esposto il loro striscione e hanno organizzato un breve sit-in di protesta, seduti a terra.

Alcuni di loro, che rifiutavano di lasciare la zona in autonomia, sono stati trascinati via dagli agenti del nucleo Duomo della polizia locale. In realtà, i contestatori avrebbero voluto fare il loro ingresso all’interno del ristorante, magari con l’obiettivo di confrontarsi con il famoso chef – sulla cui effettiva presenza non si hanno notizie – ma l’accesso è stato loro impedito.
Il comunicato
Successivamente, nel primo pomeriggio, è stato diffuso un comunicato, che spiega motivazioni e obiettivi della protesta, inquadrata nella campagna Il Giusto Prezzo, avviata nelle scorse settimane da Ultima Generazione. Manifestazioni simili sono andate in scena in altre città d’Italia.
“Siamo entrati in questo simbolo del lusso e dell'opulenza per ricordare che, al di fuori dei salotti dorati, c’è un paese che lotta per sopravvivere – si legge nella nota – E mentre loro brindano con champagne e gustano antipasti da 50 euro l’uno, qualcuno si chiede: perché chi lavora duro deve scegliere tra mangiare sano o pagare le bollette? È ora di rendere questo lusso impossibile da ignorare”.
La richiesta

A Cracco e agli altri titolari di ristoranti di lusso toccati in questo “tour” di protesta, i militanti di Ultima Generazione chiedono un gesto concreto per dimostrare la loro vicinanza alle difficoltà palesate da ampie fasce della popolazione italiana. “La richiesta rivolta – spiegano – è di aprire le porte del suo ristorante, ogni giovedì, offrendo pasti gratuiti a persone al di fuori della sua abituale clientela. Un gesto concreto per sostenere chi sta affrontando difficoltà, dimostrando che la buona cucina può essere anche un atto di solidarietà”.
L’iniziativa
La campagna Il Giusto Prezzo intende accendere i riflettori su quello che è – per gli ecoattivisti – il volto nascosto dei lustrini della grande cucina e del Made in Italy in gastronomia. “Eventi climatici estremi che distruggono i raccolti, case, vite, e piccoli agricoltori schiacciati da prezzi imposti, debiti e regole scritte per avvantaggiare solo la grande distribuzione organizzata, l'agribusiness e i manager delle multinazionali – si elenca nella nota – Per questo, la crisi climatica è sempre più spesso sinonimo di chiusura della propria azienda. Dall’altra parte, le famiglie italiane vedono i prezzi dei beni e servizi essenziali salire inesorabilmente, mentre i salari sono fermi da anni”.