I tre attivisti di Ultima Generazione condannati a uno e due mesi di arresto (pena sospesa) per aver violato un foglio di via dal Comune di Milano, incollandosi al basamento di una statua di Boccioni al Museo del ’900 nel luglio 2022, “avrebbero potuto veicolare i propri messaggi a tutela dell’ambiente” senza commettere reati e con altre modalità. È quanto osserva il giudice Daniela Clemente nelle motivazioni della sentenza con cui ha inflitto la pena ai tre e li ha assolti, insieme ad altri due, dall’accusa di danneggiamento. I ragazzi avrebbero potuto manifestare “il proprio pensiero con le svariate modalità e forme” che la legge consente (...) non erano gravati da qualche obbligo giuridico volto alla tutela indifferenziata della collettività” né avevano il diritto di “propagandare il messaggio di protesta in qualunque forma e modalità in spregio al divieto a loro imposto dal questore”.
Il giudice sottolinea che “la tutela ambientale non comporta la nascita di alcun dovere giuridico gravante sul cittadino comune”. Il difensore Gilberto Pagani aveva chiesto che fosse loro riconosciuto lo stato di necessità, che per il giudice “non sussiste”, per via dell’emergenza climatica. Tutti e cinque gli imputati sono stati invece assolti dall’accusa di danneggiamento, in quanto “non hanno deturpato o deteriorato la statua del Boccioni, ma solo il basamento in plastica”. Nel processo con il rito abbreviato, sia l’accusa che la difesa avevano chiesto che tutti venissero assolti.
Il movimento ambientalista Ultima Generazione ha fatto parlare di sé negli ultimi due anni soprattutto per gli atti di “disobbedienza civile”: blocchi stradali, imbrattamento di muri e opere d’arte, scioperi della fame. Azioni non violente, ma dal forte impatto mediatico che hanno diviso l’opinione pubblica tra chi condanna questo modo di esprimere dissenso e chi lo trova l’unico efficace per trasmettere un messaggio urgente. Cesare Paulin, 29 anni, laurea triennale e poi magistrale in Fisica a Milano, dopo un periodo ad Amsterdam per il dottorato in Fisica che poco dopo ha mollato, ha lavorato al dipartimento dell’Energia del Politecnico di Milano su prototipi di pompe di calore. Dopo due mesi in un’azienda, ha deciso di licenziarsi per imparare a coltivare la terra. Oggi fa il contadino. Cesare ha fatto parte di Ultima Generazione, ha conosciuto il movimento dall’interno, vedendone i lati positivi e negativi.
Cesare, racconti la sua esperienza in Ultima Generazione, perché abbia deciso di entrare e i perché del suo addio.
“Ho conosciuto Ultima Generazione tramite i social, con i video dei blocchi stradali. Era un momento in cui ero particolarmente arrabbiato per la totale indifferenza nelle agende politiche sui temi climatici. Era il luglio 2022, Ultima Generazione era agli albori. Io lavoravo al Politecnico di Milano nel settore dell’energia. Avendo studiato Fisica, volevo che le richieste di Ultima Generazione fossero sostenute da un punto di vista scientifico e volevo fare da ponte tra il movimento e chi di problemi climatici se ne intende. Fin da subito si sono presentati accoglienti, con una comunicazione trasparente, hanno cercato di fare gruppo. Mi sono trovato bene, perché i ragazzi dentro al gruppo erano autenticamente preoccupati per il clima”.
Di cosa ti occupavi?
“Ho fatto volantinaggio, anche se l’ho sempre trovato inutile a Milano. Poi davo sempre un’opinione scientifica e oggettiva ai temi di cui si parlava”.
Azioni di protesta?
“Nell’ottobre 2022 ho fatto uno sciopero della fame davanti a Palazzo Marino contro il sindaco Sala. Volevamo ottenere un incontro per discutere di alcuni temi e proporre idee: installazione di 20 GigaWatt di rinnovabili, stop a estrazioni di gas e chiusura delle centrali a carbone”.
Avete ottenuto l’incontro?
“Con Sala, no. Non è venuto e secondo me non è stato giusto. Alla fine il Pd non ha fatto molte politiche ambientaliste, non ha mai detto come risolvere il problema del cambiamento climatico. Non esprimersi sui temi importanti è il modo di fare politica oggi. Perché se affronti temi sensibili, perdi elettori”.
Come è proseguito il suo percorso?
“Ho continuato fino a dicembre 2022, fino a quando ho avuto un incontro con il gruppo strategico per esprimere le mie perplessità scientifiche sulle richieste di Ultima Generazione. Ho detto loro che ci sono alcune problematiche: se togliessi la benzina adesso, per esempio, le gente morirebbe di fame. Siamo dipendenti dai combustibili fossili, non si può dall’oggi al domani proibirne l’uso perché la vita umana dipende da questi. Ho portato l’esempio del nucleare e loro hanno detto che il nucleare non gli piace. Hanno messo la loro personale visione del mondo davanti all’evidenza scientifica anche se loro portano uno scienziato di nome Mark Jacobson che fa questi articoli scientificamente molto criticati dove dice che si possa fare tutto solo con “earth, wind and solar”. Il gruppo strategico pensa che bisognerebbe essere ancor più proibizionisti sui combustibili fossili perché l’importante è trasmettere il messaggio che non si possa mantenere questo sistema. Da un lato capisco che sia importante far capire che i combustibili fossili siano un problema. Il rischio però è che dopo chiedano il “Fondo riparazione“, inutile per risolvere il problema climatico. Ho provato a esporre le mie idee, ma non ragionano molto con la loro testa e si fidano “di...””.
Com’è organizzata internamente Ultima Generazione?
“Ci sono vari gruppi di lavoro: stampa, social, grafiche, logistica...Uno di questi si chiama gruppo strategico e comanda, sono sempre gli stessi: 5/6 persone. Mi hanno detto che alcuni cominciano a essere infastiditi dal fatto che non si possa entrare. Alcuni cominciano a percepirla come forma di “dittatura”: “decidete voi per cosa lottiamo, per cosa ci arrestano e noi prendiamo le denunce“...”.
Chi finanzia le attività?
“I soldi arrivano un po’ dal Climate Emergency Fund (no-profit che sostiene attivisti per il clima). Poi ci sono le donazioni private tramite il sito e persone che danno soldi regolarmente al movimento”.
Il gruppo strategico non partecipa alle azioni di disobbedienza civile?
“Hanno fatto azioni, ma adesso non le fanno più”.
Cosa ne pensa?
“Lo trovo sbagliato. Loro hanno dato il via a tutto, si sono presi le loro denunce, però adesso non lo fanno più. Stanno mandando ragazzi molto più giovani di loro a rischiare. Da soli non avrebbero i mezzi per fare un’azione del genere. Il coraggio di fare un blocco stradale ce l’hai se lo fai in 15, ma da solo non lo fai. Il gruppo strategico ti dice che verrai arrestato, i ragazzi sono maggiorenni e alla fine sta a te. Non è una manipolazione estrema, però da adulto io non direi mai a una persona più giovane: “Fallo“”.
C’è una formazione per fare questi atti?
“Loro ti fanno brevi formazioni che durano qualche ora in cui fanno la simulazione di un blocco stradale dove impari a tenerti a peso morto e a non reagire fisicamente al poliziotto. C’è una formazione legale e c’è un avvocato che spiega alcune cose. Quando fanno una serie di azioni come quelle durate due settimane a Roma, costa circa 20mila euro tra organizzazione e spese legali. So che quest’anno stanno facendo fatica a trovare i fondi. Perché molte persone se ne sono andate, molti si sono pentiti. Probabilmente finirà quest’anno Ultima Generazione. Magari fonderanno un altro movimento, le stesse persone con un altro nome”.
Denunce e processi?
“Spesso non succede nulla dopo le denunce perché non sono crimini così gravi. Tuttavia, per esempio quando hanno imbrattato la statua di Cattelan a Milano, il Comune si è costituito parte civile. Un atto vergognoso perché Cattelan ha parlato al processo e ha detto chiaramente che la sua opera è una denuncia al sistema, essendo un dito medio verso la Borsa. Che il Comune si sia sentito danneggiato è una sciocchezza”.
Quanti ragazzi si pentono?
«Io ne conosco una decina, probabilmente molti di più. Per me è stato un passaggio della vita dove non avevo capito cose che adesso ho capito».
È pentito?
“No, pentito no. Quando sei più giovane semplifichi un poco le cose. Quando cresci capisci gli errori e da questi devi imparare. Questo alcuni non lo stanno facendo lì dentro, c’è pure gente di cinquant’anni: sono quelli che mi fanno più impressione”.
Il tema ambientale è al centro del dibattito pubblico grazie a questi movimenti o ci saremmo arrivati comunque?
“Ha avuto un effetto tangibile. Io sono cresciuto in un paese di mille abitanti dove a nessuno interessa dell’ambiente e quando sono tornato, sapendo della mia militanza in Ultima Generazione, diverse persone avevano visto che in tv le proteste e mi hanno fatto domande. Sommato alla forte siccità di quel periodo, ha fatto capire alle persone che si trattasse di una cosa reale. La mia speranza è questa, che i moderati capiscano: “È un tema importante“”.
Vale ancora la pena fare atti di disobbedienza civile?
“Ora non è più così importante. Ora servirebbe un partito con idee razionali sull’ambiente".
Perché ha mollato tutto per fare il contadino?
“Perché voglio essere capace di produrre da solo e di adattarmi in una situazione di emergenza. In uno scenario in cui i prezzi del cibo salgono o c’è un carenza energetica, io ho la mia fattoria dove ho il mio equilibrio. Secondo me non ce la facciamo, siamo su una nave che affonda. Da quando ho smesso di far parte di Ultima Generazione sono più felice. Forse ho accettato che non si può fare più nulla...”.