Il dirigente dell’Inter ai pm: “Ferdico mi disse che dovevo parlare solo con lui”

Nella deposizione di Massimiliano Silva, addetto ai rapporti con la tifoseria, il Gip conferma come emerga il “servilismo” della società nei confronti del capo ultrà nerazzurro, uno dei 19 arrestati

Marco Ferdico, il capo ultrà arrestato e Massimiliano Silva, dirigente nerazzurro

Marco Ferdico, il capo ultrà arrestato e Massimiliano Silva, dirigente nerazzurro

Milano, 1 ottobre 2024 – “Mi è stato comunicato che per tutte le comunicazioni tra società e tifoseria, l'unico interlocutore sarebbe dovuto essere Marco Ferdico, questo mi è stato detto da Ferdico stesso”.

Lo ha messo a verbale Massimiliano Silva, dirigente dell'Inter addetto ai rapporti con la tifoseria, il primo marzo scorso in una testimonianza, nell'inchiesta della Dda di Milano che ieri ha portato a 19 arresti, tra cui quello del capo ultrà interista Ferdico, azzerando le curve milanesi. Silva, annota il gip Domenico Santoro, che ha firmato l'ordinanza su richiesta dei pm Paolo Storari e Sara Ombra, nell'inchiesta di Polizia e Gdf, "tra reticenze e omissioni interessate, conferma in sostanza la totale inadeguatezza dell'organizzazione del rapporto con le tifoserie, posto che tale sistema ha consentito di ottenere cospicui guadagni a soggetti appartenenti alla criminalità comune e organizzata”.

Il capo ultrà della Curva Nord Andrea Beretta e, a destra, l'automobile in cui è avvenuto l'omicidio
Il capo ultrà della Curva Nord Andrea Beretta e, a destra, l'automobile in cui è avvenuto l'omicidio

Da quando prese "in mano la Curva”, dopo l'omicidio di Vittorio Boiocchi nell'autunno 2022, “dal gennaio 2023 ad oggi”, ha spiegato ancora Silva, “ho sempre incontrato Marco Ferdico o da solo, o con Norrito”, anche lui finito in carcere ieri e che “in passato, prestava attività lavorativa come addetto sicurezza dell'Inter, tramite una società esterna”.

Lo stesso Silva ha raccontato agli inquirenti che, il 28 luglio 2023, Ferdico portò ad un incontro con lui anche, riassume il gip, "un soggetto che non aveva mai visto prima, di bassa statura, di circa 30 anni, e che non credeva fosse della tifoseria organizzata e che Ferdico lo aveva presentato come “un cugino di sua moglie”.

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Gli investigatori hanno appurato che si trattava di Antonio Bellocco, l'erede dell'omonima cosca della ‘ndrangheta, ucciso quasi un mese fa dall'altro capo del direttivo interista Andrea Beretta. Negli atti altri elementi su quella “sorta di servilismo da parte di Silva”, spiega il Gip alle “richieste avanzate da Ferdico”.

Come “imposto” dal capo ultrà, infatti, il dirigente “sembrerebbe aver avallato appieno la preclusione per gli Irriducibili”, gruppo ultrà nerazzurro escluso dalla curva dopo la morte di Boiocchi, “di potersi interfacciare con la società Inter per definire i propri interessi”.