ANDREA GIANNI
Cronaca

Ultras Milan, tutte le minacce: dal panettiere di piazzale Axum allo steward di San Siro e la negoziante di Cologno. "Ti faccio perdere il lavoro"

Le mire della Sud di Luca Lucci su un negozio di Milano: “Partiamo con le buone, poi cambiamo metodo”. Ritrovi di tifosi come strumento di pressione sui commercianti. Il vigilante ai tornelli umiliato e trasferito

Luca Lucci, boss della curva sud rossonera

Luca Lucci, boss della curva sud rossonera

Milano, 5 ottobre 2024 – ​​Il panettiere di piazzale Axum che si era opposto ai piani di espansione di Luca Lucci e del gruppo della curva Sud del Milan, la negoziante di Cologno Monzese finita nel mirino, lo steward minacciato perché aveva osato bloccare una ultras senza biglietto (“Ti faccio perdere il posto di lavoro”) e infine spostato dal suo responsabile in un altro tornello dedicato agli spettatori che non fanno parte della tifoseria organizzata. Episodi, avvenuti in diverse occasioni e ricostruiti dagli investigatori, che sono lo spaccato di un sistema, e della “capacità di incutere timore facendo leva sul vincolo di appartenenza”.

Il panettiere

A ottobre dell’anno scorso, gli ultras della Curva Sud avevano messo gli occhi su locali commerciali in piazzale Axum, a pochi passi da San Siro, ritenuto un “luogo strategico e favorevole per il proprio merchandising”. Sono iniziate quindi le manovre per avvicinare il proprietario, un imprenditore egiziano già titolare di una panetteria che in quei locali intendeva ampliare le proprie attività. “Appena vedo che non c’è nessuno entro dentro”, spiegava Luciano “Ciano“ Romano alla moglie di Luca Lucci, in una conversazione intercettata. Avrebbero cercato quindi di convincerlo con le buone a cedere i locali in affitto, ma il rifiuto dell’imprenditore ha fatto infuriare gli ultras.

“Quello è un pezzo di m..., lo stiamo facendo diventare ricco. Io prendo e sposto il ritrovo, ti faccio vedere che non fai più un euro”, urlava Luca Lucci meditando, come prima ritorsione, di far venire meno alla panetteria la clientela di tifosi. “Adesso ci andremo a parlare diversamente, vediamo se capisce”, affermava, in un’altra conversazione, Luciano  Romano.

Marianna Tedesco, di Fratelli d’Italia a Cologno Monzese
Marianna Tedesco, di Fratelli d’Italia a Cologno Monzese

Il negozio a Cologno

Dalle indagini spunta anche un interessamento di Marianna Tedesco (esponente di Fratelli d’Italia a Cologno Monzese e tra gli indagati nell’inchiesta sulle curve) alla prospettiva di acquisire un negozio nella cittadina alle porte di Milano. Un locale che si trovava proprio tra il bar appena acquistato da Lucci e il suo negozio di tattoo. “Tutta la curva ogni sabato lì, venerdì e sabato che sono i giorni di fuoco”, spiegava Tedesco a Lucci. “Venerdì e sabato raduno delle curve, fino a che non va fuori di testa”. Gli embrioni di un piano, che non si è concretizzato, per spingere la commerciante ad andarsene facendo leva sulla forza intimidatoria degli ultras.

Lo steward

Poi c’è un grave “episodio di prevaricazione” avvenuto lo scorso 7 novembre, prima della partita di Champions Milan-Paris Saint Germain. Roberta Grassi, componente del direttivo Curva Sud, si è presentata ai tornelli senza biglietto, perché aveva venduto il suo. E lo steward in servizio ha osato bloccarla, facendo il suo dovere. “Vuoi vedere che è più facile se vai fuori te?”, gli ha risposto Grassi che, in una conversazione intercettata, ha raccontato l’episodio al padre. Il commento dell’uomo è spiazzante: “Un po’ prepotentina, come una che è proprietaria di un pezzo di San Siro”. La situazione, come è stato ricostruito attraverso la testimonianza dello steward, è stata sbloccata dal responsabile della società che si occupa dei controlli agli ingressi. Non chiamando le forze dell’ordine e mandando via Grassi, ma piuttosto trasferendo a un altro tornello lo steward che, con il suo comportamento, stava violando un codice di regole non scritte.